recensioni dischi
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PAOLO CATTANEO  "Una piccola tregua"
   (2016 )

A distanza di tre anni torna Paolo Cattaneo, artista dal curriculum intenso e stimato, con il quarto album “Una piccola tregua”, teca contenente 12 perline preziose, destinate a chi vuol inanellare una collana di quiete personale, tanto utile ma sempre rara da perseguire in un mondo che fagocita le vite e riduce sempre più le pause ristoratrici. Qui Paolo inneggia all’oasi di pace individuale e al proposito di non stancarsi mai di trovarla ovunque sia possibile. Per lui la location ideale è un bosco inviolato, tra sentieri e radure, che possa riformulare i propri pensieri per dar modo alla pila dello spirito di ricaricarsi e rigenerarsi. L’approccio all’album dev’essere vissuto con il nobile intento di godersi una tregua di pieno e consapevole relax: contesto ottimale per staccare la spina e farsi ammaliare dall’aulica musica di questa dozzina di brani, interamente composti da Cattaneo. Per le liriche, invece, Paolo ha coinvolto quattro apprezzati parolieri dell’underground: Battista, Giuradei, Peli e Diana. Ma a dare un’amalgama ancor più affascinante al progetto, ci ha pensato Matteo Cantaluppi, eminenza grigia di svariati e importanti dischi della scena italica, fondendo il suo background elettronico e respiri di vita berlinese (dove vive) con il pentagramma di Paolo. Il parto che ne consegue è di aulico incanto. “Miracolo” e “Sottile universo” farebbero gola ai Tiromancino per le rarefatte atmosfere tanto care a Zampaglione. “Se io fossi un uomo” e “Fragili miti” colpiscono per le forti riflessioni tematiche. La prima è un’avvisaglia per la perdita della personalità al cospetto dell’innamoramento. La seconda tratta di una sorta di “grande freddo” tra amici che si erano ripromessi di ritrovarsi dopo venti anni nello stesso posto, nonostante le inevitabili traversie che avrebbe proposto la vita: ebbene,tutti onorarono la parola data presentandosi all’appuntamento. Per il lancio dell’album si punta su “Trasparente”, scelta forse opinabile per un singolo, non proprio sorprendente per il suo clima funesto e bellico, ma ciò non scalfisce più di tanto la caratura dell’insieme. Il nuovo lavoro di Paolo Cattaneo insegue un sogno: quello di promuovere la quiete per fronteggiare caos e freneticità e tentare di fermare il processo di spersonalizzazione, già in corso, nella delirante quotidianità . (Max Casali)