recensioni dischi
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ERALDO BERNOCCHI & PRAKASH SONTAKKE  "Invisible strings"
   (2016 )

Eraldo Bernocchi è un musicista e produttore italiano ma, per molti, non ha bisogno di una presentazione, data la sua carriera ricca di esperienze in diversi generi e di collaborazioni fra le più disparate. Prakash Sontakke è, invece, un musicista lap steel indiano, considerato uno dei massimi strumentisti nel settore. Da poco, le strade dei due, fino a poco tempo fa appartenenti a mondi sideralmente distanti, si sono incrociate e così ha preso forma “Invisible Strings”, un disco in cui lap steel e chitarra baritona dialogano e si abbracciano, danzando insieme fra profumi orientali ed elementi tradizionali. A dare ulteriore colore a tutto ciò, c’è la componente elettronica che è dosata nel modo giusto e che evita qualsivoglia stridore. Nei nove pezzi in scaletta, il bilanciamento risulta praticamente impeccabile: Prakash Sontakke ed Eraldo Bernocchi si servono vicendevolmente “assist” per esaltare le caratteristiche dei due diversi generi, creando un fluire impetuoso e dolcissimo che accarezza l’ascoltatore e lo culla per tutta la durata dell’opera. È così che “Invisible Strings” riesce a conquistare: anche quando i musicisti sembrano cercare con insistenza il virtuosismo, la godibilità rimane la stessa. “The Invisible Ferry” e “Walking Backwards Again” sono i fiori all’occhiello di un disco che, comunque, non conosce passaggi a vuoto. La collaborazione fra Eraldo Bernocchi e Prakash Sontakke è l’incontro fra due culture, due stili, due mondi totalmente differenti ed ha prodotto un primo grande risultato: l’auspicio è che non sia l’ultimo. (Piergiuseppe Lippolis)