recensioni dischi
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FULVIO BOZZETTA  "Metabolismo lento"
   (2016 )

Non è mai troppo tardi, neanche nel mondo della musica. Ce lo ricorda Fulvio Bozzetta, che ha esordito alla veneranda età di 67 anni con un disco intitolato ironicamente “Metabolismo Lento” la cui copertina raffigura, non a caso, un bradipo su di un grattacielo. Fulvio Bozzetta arriva a questo disco dopo aver militato in alcune formazioni rock attive negli anni sessanta, poi abbandonate per studiare chitarra classica e composizione, per dedicarsi alla politica e per insegnare matematica. Parla di “disordine creativo”, l’artista, per descrivere la sua opera prima, frutto dell’incontro con un grande team di produzione, perché il disco affronta diverse tematiche ed è contraddistinto da una notevole eterogeneità in termini meramente musicali. Si passa da ruvidi riff di chitarra puramente rock a morbide parentesi cantautoriali, da sprazzi funk a echi latineggianti, ma l’anima più pop amalgama il tutto e crea una grande armonia di colori e suoni. I testi raccontano storie, descrivono emozioni ed esaltano legami e affetti, sono intrisi di romanticismo in alcuni casi, di ironia in altri, regalando sempre qualcosa di nuovo, di diverso, qualcosa in grado di stupire senza soluzione di continuità. Fulvio Bozzetta ha realizzato qualcosa che sembra rappresentare la sintesi di un percorso, di una storia, di una vita vissuta con una passione per la musica finalmente diventata qualcosa di tangibile: è un lavoro curato, densissimo di contenuti a livello generale, e la speranza è che possa avere un seguito. (Piergiuseppe Lippolis)