recensioni dischi
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WHAM!  "Fantastic"
   (1983 )

Che non sarebbe stata una roba biodegradabile lo si capiva fin dall’umilissimo titolo. Loro erano due teenagers o quasi, un chitarrista (così dicevano) e un anglocipriota con le guanciotte e i capelli corti, neri, ricci. Esplosero nel pop britannico in un amen, grazie ad un po’ di fortuna – una apparizione a Top of the Pops come “primi dei ripescati” – e soprattutto ad un genere che era, poi, classico dell’epoca. Ovvero un funky non ancora del tutto sintetico e con molte influenze caraibiche: di fatto, la gente scoprì George Michael con un brano rap. “Wham! Rap”, appunto. Il flusso degli eventi successivi li avrebbe instradati nel più classico del sound dell’epoca, ma in realtà loro giravano da altre parti, e già si capiva che Georgino nostro era molto più interessato al soul nero che non alla new wave bianca. “A ray of sunshine”, per intenderci, o “Love machine”, sono cose che spiegavano a priori la faccenda. Grande successo britannico, alla fine la riscoperta del post boom – anche italico – non ha prodotto altro che la riesumazione di “Club Tropicana”, fin troppo banale rispetto a quello che, forse, i due avevano già da dire ai loro tempi. Però avevano vent’anni, volevano avere successo e volevano averlo in fretta: come fai a criticarli, se ad un certo punto misero in luce più il loro aspetto frivolo che non quello meno banale e sempliciotto? Giorgino nostro avrebbe avuto di che pentirsene, in seguito. Ma, nel 1983 britannico, non aveva di che lamentarsi. (Enrico Faggiano)