recensioni dischi
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GEORGE MICHAEL AND QUEEN WITH LISA STANSFIELD  "Five live"
   (1993 )

C’era stata la morte di Freddie Mercury. C’erano stati mesi e mesi di celebrazioni. E c’era stato un concerto, a Wembley, dove tanti amici si radunarono per un ultimo saluto in musica. E così come nel 1985 il Live Aid si inchinò alla voce di Freddie, così nel 1992 la gente si inchinò alla consacrazione vocale di George Michael. Che prese per un attimo in mano il microfono, si dimenticò che da un qualche anno era bloccato discograficamente da laccetti e vincoli contrattuali, e sparò le sue cartucce in modo clamoroso. “Somebody to love”, per intenderci, venne interpretata talmente bene che anche i puristi dei Queen, per un attimo, pensarono che forse George sarebbe potuto essere l’erede perfetto, almeno dal punto di vista stilistico, del grande deceduto. E molti, che fino a quel momento avevano ritenuto George Michael un semplice prodotto per teen-agers, furono costretti a ricredersi. “Five live” non rappresenta quasi nulla di quel concerto, dove tanti salirono sul palco per il proprio tributo, anche se alla fine proprio “Somebody to love” sarebbe rimasta come interpretazione più famosa. Il resto sono cover di George (“Killer/Papa was a rolling stone”), duetti con i Queen reduci e con la voce di Lisa Stansfield, ma soprattutto un momento di pace per l’anglocipriota, che potè far uscire questo minialbum un po’ di mesi dopo superando quella specie di embargo che lo avrebbe tenuto a freno ancora per qualche anno. Soprattutto, una clamorosa prova di maturità. (Enrico Faggiano)