recensioni dischi
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GEORGE MICHAEL  "Patience"
   (2004 )

Ad un certo punto, lo abbiamo perso. Misteriosamente, la parabola artistica di George Michael a fine anni '90 era sembrata volgere verso l’alto, con quel clamoroso episodio da gossip che portò al suo coming out girato in modo da diventare di grande successo. Eppure, l’ingresso nel nuovo millennio fu l’inizio della fine, per chi ad un certo punto non riuscì più a trovare una propria linea di galleggiamento commerciale. Nel 2002 uscirono due singoli, “Freeek” e “Shoot the dog”, che al di là dei video molto d’impatto non trovarono la giusta continuità per diventare grandi successi, e “Patience” uscì, due anni dopo, senza avere una vera e propria direzione. O meglio, andando a sparare come singoli “Amazing” e “Flawless”, di fatto inferiori rispetto allo standard abituale del Nostro, tutto il repertorio dei non-lenti venne esaurito in un amen, e il resto del disco non era all’altezza, se vogliamo, di tutto quello che era stato fatto prima. Per cui il solito miscuglio tra allegria e malinconia non uscì al massimo, contribuendo al sospetto che George Michael avesse sbagliato un colpo, forse davvero per la prima volta in carriera, al di là di quelli che potevano essere stati gli alti e bassi commerciali. Poi, che questo sarebbe stato il suo ultimo album di inediti da lì a 12 anni, prima del decesso, nessuno se lo sarebbe potuto immaginare. Ma ciò non toglie che, forse, già si capiva che un po’ di confusione, o forse una semplice carenza di ispirazione, lo stava colpendo. Gravissimo, per uno che non incideva esattamente un disco all’anno. (Enrico Faggiano)