recensioni dischi
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AMANOLIBERA  "Crescerai"
   (2017 )

Confortante. Speranzoso. Sono i primi aggettivi che vengono in mente. Semplicità e familiarità: sono questi gli ingredienti base degli Amanolibera, band piemontese nata nel 2011, arrivata al secondo lavoro, "Crescerai", distribuito dalla Tam Tam Production, dopo l'esordio del 2013 dell'Lp "Datevi tempo". La voglia di sognare è inarrestabile, e si evince già dal primo pezzo "Un giorno migliore", così come dall'ottimismo convinto di "Su la testa", dove si canta: "Ma il sole tornerà, ragazzi, su la testa! (...) Se domani pioverà sarà soltanto per sciacquare gli errori". Un atteggiamento positivo che oggi si riscontra raramente, e fa ricordare i migliori propositi dei Nomadi. La titletrack "Crescerai", con un arpeggio di chitarra elettrica pulita molto alla Ligabue, racconta della crescita della figlia, ricordando nostalgicamente la visione del mondo che poteva avere un bambino ("tutto era grande, le mie mani la tua isola") confrontata con la realtà adulta. Anche qui il richiamo all'omonima canzone dei Nomadi è inevitabile, anche se lo stile musicale è ben diverso. "Non c'è più tempo" ed "Evoluzione naturale" sono i pezzi più riusciti, con dei refrain efficaci, ma la punta emotiva si raggiunge in "Nave scuola", una toccante dedica a un amico scomparso, probabilmente marinaio o almeno così suggerisce il testo. Particolarmente gradevole il coro a strumenti fermi nel terzo ritornello, verso la fine. Il sound non è cambiato dal primo lavoro, ed entra a pieno titolo nel filone del buon rock italiano, caratterizzato dalla classica ritmica piana di crome ribattute, doppie voci nei ritornelli, e struttura on/off corrispondente a strofe calme e ritornelli forti, uno schema che dagli anni '90 a oggi funziona sempre. Sono evidenti i richiami alle influenze dei componenti, come i Negrita, ma a volte si percepiscono lontanamente anche i Timoria de "Il mercante dei sogni". La produzione è di buona fattura, però rispetto al primo album, dove ne "La porta dei sogni" e "Respirando questo vivere" c'era perlomeno una variante ritmica (shuffle), qui si è preferito stare nei sicuri paletti di un genere che sì funziona, ma che alla lunga è consigliabile variare un po' (senza esagerare). Se l'idea è quella di portare sentimenti genuini e solari contrapponendoli alla grigia realtà, anche la musica potrebbe giocare, osare un po' di più. Ad ogni modo, gli Amanolibera non sono una band alla ricerca dell'originalità a tutti i costi, e per gli amanti del pop rock tricolore, sicuramente l'ascolto di questo album li farà piacevolmente sentire a casa. (Gilberto Ongaro)