recensioni dischi
   torna all'elenco


PUPI DI SURFARO  "Nemo profeta"
   (2017 )

I Pupi Di Surfaro sono tornati, al tramonto del 2016, con “Nemo Profeta”, nuovo capitolo di una carriera che li vede protagonisti di continue evoluzioni. Il genere di riferimento resta il folk, sebbene i confini entro i quali agisce la band si facciano leggermente più sfumati del solito, aprendo la strada a contaminazioni world ed a escursioni in territori rock. La proposta dei Pupi Di Surfaro è moderna, come testimonia un impiego oculato dell’elettronica, ma non mancano nemmeno occasionali echi retrò. Sul piano meramente testuale, i Pupi Di Surfaro continuano a utilizzare in gran parte del disco il dialetto siciliano ma, proprio come accade col sound, sembra quasi essere una sorta di pidgin, data la frequenza con cui compaiono termini italiani e inglesi e, addirittura, anche espressioni mandingo-senegalesi (in “‘Gnanzou”) o sardo-liguri (in “Ruzaju”). L’elevata complessità della lingua scelta rende difficile, in alcuni passaggi, una piena comprensione dei messaggi: nonostante questo costituisca un limite per la fruibilità dell’opera, va apprezzata ugualmente la precisa e coraggiosa scelta di campo operata dalla band che riesce, comunque, a trasmettere messaggi importanti ed a far comprendere il senso di alcune profonde riflessioni. Il disco conosce i suoi momenti migliori in “Li Me Paroli”, “Soldatino” e “Per L’Amore, Per La Libertà”, grazie ad un tripudio di suoni, colori e parole in cui tutte le idee dei Pupi Di Surfaro prendono forma nella maniera migliore. La band chiude il suo 2016 con un disco che, almeno nella loro terra, ha le potenzialità per sfondare. Nel resto della penisola, invece, qualcuno potrebbe storcere il naso di fronte alle possibili difficoltà di comprensione, ma siamo comunque in presenza di un prodotto molto valido anche a livello musicale. (Piergiuseppe Lippolis)