recensioni dischi
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MALEDETTA DOPAMINA  "Maledetta Dopamina"
   (2017 )

Maledetta Dopamina è una compagine di appena tre elementi che si prefigge di portare avanti una propria singolarità, uscendo allo scoperto con una formazione insolita e audace: 2 batterie ed 1 basso. Un trio ma che fa per sei; tanta è l’energia sprigionata nell’omonimo album con 8 pezzi al fulmicotone, dove occorre essere predisposti con orecchie allenate a sismi ritmici. Il tragitto della band non è stato deciso alla leggera, ma con una gestazione di 18 mesi, alternando scrittura e palchi con analoga esigenza: quella di maturare la consapevolezza che solo lavorando a testa bassa, e con un vagone di spregiudicatezza, si può arrivare ad applicare progetti contemplati. Ed oggi, il frutto di questa ricerca e misurata follia è maturo sull’albero per restarci, in quanto questo lavoro non cadrà a terra ma resterà stabile sul proprio ramo, veleggiando a testa alta tra mari di alt-rock, psico-drumming, deliri percussivi e controtempi nervosi a iosa che seguono lo slapping di gran pregio di Lorenzo Novati, autentica star del disco. Dall’iniziale “Brotos” in poi si assiste ad una successione di strumentali duri da digerire ma per nulla dozzinali. Ferocia ed emotività rispondono sempre ''presente!'', con rare tregue respiratorie: giusto per non atterrire totalmente l’incauto fruitore dell’opera. E “Preludio” è lì apposta, con la spugna bagnata, a ristorare dai pugni presi finora. Però le altre 3 riprese combattute sul ring di “Fuga”, “Putamen” e “Acta est fabula” sembrano annunci spettrali, come fosse imminente l’arrivo incombente di un assassino di un cine-thriller. Infine, “Titoli di coda” non poteva che far calare il sipario con qualcosa di diverso: fitti charleston, batterie che duellano e basso più in disparte e lineare che va a chiudere in solitaria, stanco ma felicemente esausto. Alla resa dei conti, la band tenta di fagocitare l’ascoltatore in un non-pensiero, in un astrattismo ipnotico; e maledicono la dopamina, rea di essere un neurotrasmettitore vitale nel cervello dalle multiple funzioni di memoria, movimento, attenzione, cognizione e apprendimento. Esattamente tutto ciò che il gruppo vorrebbe non accadesse nella mezz'ora dell’album, perché la razionalità, in questi casi, ostacola il fluire del feeling. Un disco ruvido, aguzzo, sinistro, che farà molto discutere se non altro per l’anomalo aspetto strutturale dell’insieme. Nel caso passerà inosservato, sappiamo già in anticipo di chi sarà la colpa… (Max Casali)