recensioni dischi
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ANGELINA YERSHOVA  "Resonance night"
   (2017 )

Dopo i grandissimi riscontri di critica ottenuti con il disco di debutto “Piano’s Abyss”, la compositrice, pianista e produttrice kazaka Angelina Yershova torna con “Resonance Night”, album in cui resta cruciale il ruolo del pianoforte. Lo sperimentalismo dell’artista, però, sta tutto nella sua capacità di far coesistere le vibrazioni delle corde, i rumori meccanici dei pedali, i martelli e le risonanze, tutti trasformati in suoni elettronici, droni e texture dalle potenzialità molteplici. Il risultato di questo lavoro, che comunque non permette mai che il pianoforte passi in secondo piano, è una continua sovrapposizione di piani diversi che tendono a incontrarsi e scontrarsi fino a fondersi. “Resonance Night” è, dunque, il diario di un viaggio notturno, di un’esperienza sensoriale misteriosa e complessa che conserva sempre un che di oscuro e imprevedibile. Il minimalismo sperimentale di Angelina Yershova offre suoni delicati e rarefatti come in “First Stop 389 Hertz” e nella splendida “Sweet Glissando”, ma anche momenti il cui carico di pathos è maggiore, come accade in “Aleatoric Mutation” o nella titletrack, probabilmente fra i pezzi più riusciti del lotto insieme all’incalzante “Anarchic Piano”. Angelina Yershova conferma la sua straordinaria creatività e la sua sensibilità verso una sperimentazione mai esagerata o fine a sé stessa, confezionando un disco che diventa la naturale prosecuzione del percorso avviato con “Piano’s Abyss” e che promette risultati altrettanto brillanti. (Piergiuseppe Lippolis)