recensioni dischi
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LOUIS DECICCO  "Watermouth"
   (2017 )

''Watermouth'' di Louis DeCicco è un ponte che collega due mondi distanti nello spazio e nel tempo: nello spazio che va dal Sannio, nel beneventano (sua terra natia) a Berlino, in Germania (sua terra d’adozione); nel tempo che va dall’epoca medievale ai giorni nostri. Coordinate non solo fisiche ma spirituali sono al centro del promettente esordio di Louis DeCicco, che in 9 tracce e senza proferir parola apre le porte dell’immaginazione all’inquietudine, alla rassegnazione, al relax, alla paura ed anche all’orrore di fronte al fumo denso e acre con gli odori pregnanti delle Janare e delle “streghe” messe al rogo. Questo è il ponte spazio-temporale che “Watermouth” costruisce, raccontando una chiesa cristiana poco propensa alla divulgazione pacifica del Vangelo ma molto aperta alla sopraffazione sulle ceneri dei culti ad essa preesistenti; una chiesa che, aiutata dal potere temporale, cacciava usi e tradizioni pagane in Campania così come nel cuore dell’Europa. Un lavoro strumentale intenso, sperimentale, con influenze jazz e psichedeliche: un lavoro che chiede la chiusura degli occhi verso l’esterno per aprirli all’immaginazione, con una frenetica ricerca prima e scoperta poi della follia umana che produce orrore e devastazione. Si è condotti per mano verso un’esperienza sensoriale ipnotizzante al suono della chitarra acustica, del saz baglama e della mbira, in un viaggio che va dal Sud Italia alla Germania, in una storia che si ripete con volti e scenari sempre nuovi ma mai del tutto inediti. Le 9 tracce di “Watermouth” sono molto suggestive e permettono all’esordiente Luois DeCicco di iniziare bene la sua (ci auspichiamo) lunga e prolifica carriera discografica. Non è un lavoro da ascoltare a cuor leggero ma richiede molto impegno e momenti di delicata attenzione per meglio entrare nella natura intima e introspettiva di un lavoro spiritualmente elevato. (Angelo Torre)