recensioni dischi
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WE FOG  "Float"
   (2017 )

“Float” è il titolo del nuovo EP dei We Fog, formazione nata due anni fa che ha interamente autoprodotto il proprio ultimo album. “Float” è un disco che immerge l'ascoltatore in sonorità e atmosfere molto anni novanta, che si pone in bilico fra post e math rock al netto di altre influenze che emergono timidamente, e che evoca artisti come Slint, Shellac e Fugazi. Il disco contiene sette brevi tracce di cui tre sono interamente strumentali. Ad inaugurare l’EP è “Welcome”, un pezzo che si schiude e si irrobustisce nella seconda metà, reso suggestivo da una voce robotica. In “Waiting For The Title”, invece, i We Fog cominciano a fare un po’ di chiarezza e a raccontarci quelli che sono gli stilemi della band: un minuto e quarantatré di musica, approccio diretto, linee di basso arzigogolate e quasi funky, cambi di ritmo e perenne tensione fra momenti minimali e passaggi più corposi. Nel singolo “Pixed” ed in “Infinite”, nuovamente, convergono l’attitudine post rock, il gusto math ed echi noise, manifestando contemporaneamente tutte le diverse influenze della band. “Warm Bed” ed “Epo” presentano, invece, scenari post rock spuri, tutto sommato rinvenibili nel tortuoso percorso della conclusiva “Thursday Drop”. “Float” è un disco che regala buone sensazioni sin dall’inizio, in virtù di una proposta autentica e discretamente ricercata che, seppur figlia delle succitate influenze anni novanta, sa conciliare diverse anime anche grazie alla tecnica individuale dei membri dei We Fog. (Piergiuseppe Lippolis)