recensioni dischi
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NADSAT  "Crudo"
   (2017 )

“Crudo” è il titolo del nuovo album dei Nadsat, formazione nata un anno e mezzo fa che ha finalmente esordito sulla lunga distanza a un anno dall’EP “Terminus” col quale si era presentata. Il duo formato da Michele Malaguti (chitarra, dronething, RTG) e Alberto Balboni (batteria, gong) ha sfornato un disco estremamente complesso, fatto, come loro stessi dichiarano, di sola forma. Un disco “Crudo”: nomen omen. È un disco figlio delle improvvisazioni in studio e di quanto prodotto durante i concerti, dell’urgenza creativa di due musicisti che hanno saputo seguire la scia di formazioni come gli Zu, gli Zeus e i Cani Dei Portici per descrivere la propria idea di musica. Il sound dei Nadsat si staglia fra forme spigolose, sentieri tortuosi e impervi, salite e discese, e assume una connotazione noise che affonda le sue radici nello sperimentalismo e nella spiccata ricercatezza. È insieme a tutto ciò che convivono le atmosfere cinematiche talvolta riprodotte da una scrittura così elaborata: “Umhlaba” è il caso più emblematico, in questo senso, ma anche “Droid” e, più in generale, gli altri brani nei passaggi più dilatati e rarefatti restituiscono questo tipo di sensazione. Nonostante la formazione essenziale, i Nadsat danno vita a un’opera musicalmente di grande spessore e molto matura, grazie alle tante idee, alla buona capacità compositiva e all’ottima produzione. (Piergiuseppe Lippolis)