recensioni dischi
   torna all'elenco


GIULIA GREGORIG  "Making and unmaking"
   (2017 )

Il brano che apre ''Making and Unmaking'' della cantautrice friulana Giulia Gregorig, appena uscito per la Root Feeling Record!, è ''Other's Threads'': resto colpito fin dal primo ascolto per la struttura poliedrica della canzone, la ricca atmosfera acustica vestita con una giusta quantità di effetti, che permette alla fantasia di decollare con poca rincorsa. Le parti vocali cantate in inglese da Giulia sono notevoli. Mi impressionano positivamente la complessità delle doppie voci e l'apparente facilità nell'eseguirle. Accattivante e ritmica. ''Taking Advantage'' ha un'atmosfera ben diversa: un pianoforte ci accompagna lungo tutto il percorso della traccia in modo gentile e raffinato. Come sono belli gli stacchi, eterei. Fantastico l'ultimo accordo dissonante messo al termine del brano e tenuto lungo (adoro queste contaminazioni). ''Let The Water Fall'' è il brano che mi permette di capire finalmente dove ho già vissuto sensazioni di questo genere: dentro a certi brani di David Sylvian. Le percussioni effettate e quegli assoli di chitarra arpeggiata sono poetici e ci si vorrebbe saltare dentro. La quarta traccia di questo disco è ''Little Snake''. Un cambio netto rispetto agli episodi precedenti: un tempo più veloce, ma diluito da strumenti usati in maniera più orientaleggiante. Il ritornello è piacevole e leggero, rimane in testa e dura poco (e la prova che è bello è che si ha fretta di ascoltarlo nuovamente). ''Animal'' è invece una traccia molto sinuosa sia dal punto di vista vocale che da quello strumentale. Sembra proprio di assistere ad un corteggiamento tra voce e strumenti, è interessante l'atmosfera che crea. Ancora una volta resto impressionato dalla semplicità e dall'efficacia di certe soluzioni (l'assolo dissonante di chitarra per dirne una). ''Embrace me'' è un battito cardiaco mixato benissimo. Quanto è consolatoria questa canzone, ha tante caratteristiche che la rendono granulosa, sicuramente è dovuto agli effetti sapientemente applicati. Fantastico l'assolo rotondo del basso elettrico fretless (ci si cade letteralmente dentro). ''Drones'' è un brano caratterizzato da una strofa piuttosto buia ma che trova la sua apertura in un ritornello ben strutturato e piacevole da ascoltare. Davvero incisivi gli stacchi, sembrano un atto sciamanico. A chiudere ''Making and Unmaking'' l’omonima traccia che si presta a essere la colonna sonora del finale di una bella storia. Tornano le doppie voci e mi piace anche la parte ritmica. Se vi piacciono i bei film d’autore degli Anni Novanta questo disco fa per voi. (Davide Borella)