recensioni dischi
   torna all'elenco


GIUSEPPE COLUCCI & DIVIETO DI SWING  "Low budget"
   (2017 )

Ogni tanto il panorama musicale italiano sforna, in mezzo a tanti dischi inutili, qualche progetto che è come una boccata d’aria in un’afosa giornata d’agosto. E il paragone è azzeccato visto che quello di cui parliamo è un disco che nasce proprio nel caldo Sud, in particolare a Napoli. Da sempre terra di grande fermento artistico e musicale, la città partenopea continua a sfornare talenti originali, come il nostro Giuseppe Colucci, flautista, sassofonista, musicoterapeuta con tanto studio alle spalle (e si sente), molta gavetta e decine di collaborazioni con grandi nomi della scena napoletana (Enzo Avitabile, Tony Esposito, Daniele Sepe, tra gli altri) e non. Con il suo gruppo Divieto di Swing sforna ora un bel disco jazz/funky/fusion dal titolo “Low Budget”. Dieci brani strumentali, più un intro e un remix, nei quali la contaminazione fra i generi la fa da padrona, ma sempre godibili. Si va dalla post- fusion di “Polifosfati” all’introspezione di “Ernio Mollicone”, dalla ballad jazz di “A metà strada” al blues di “Copenhagen Blues” (con tanto di reiterato “Uè” napoletano come intermezzo), dalle atmosfere latino-partenopee di “Il palazzo di marzapane” al puro funky di “L.A.S.” , da un’altra ispirata ballad jazz/rock come “Vico Guardia 45” al “valzerone” di “From Paris to Largo Patria”. Una voluta disomogeneità di generi, con ironicissimi titoli, per una piacevole opera prima, che incanta e diverte ad ogni ascolto. Sarà pure un “Low budget”, ma di grande qualità. (Francesco Arcudi)