recensioni dischi
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BIAGIO ANTONACCI  "Adagio Biagio"
   (1990 )

Figlioccio di Ron, che stranamente non riusciva a sfondare malgrado la voce e un look che proprio da buttare non era, al secondo tentativo il Biagio non fece centro, ma almeno si procacciò arco e frecce giuste per poter poi, la volta dopo, sparare a colpo sicuro. Partendo da un ritornellino old old style che, appunto, gli chiedeva di non fare le corse, “Adagio Biagio” è forse uno dei suoi dischi migliori, intriso di poesia e ritmo, violini e chitarre, dolcezza e ironia come forse mai, in seguito, ha saputo fare. I piccoli ritratti di cui era capace si esprimevano al massimo in “Danza sul mio petto”, o in “Se tu fossi come”; la poesia giocava con le note di “Cercasi disperatamente amore”, che se avesse avuto un qualche airplay di più poteva entrare nei diari di tutti i teenagers alla ricerca del primo bacio. E l’ironia era palese in “Il Festival di Gabicce Mare”, dove il Nostro parodiava Luca Carboni, Alberto Fortis e Fabio Concato, invitati a questa misteriosa kermesse, lasciando lui a piedi. “E io vi ammazzerò, perché non mi avete chiamato”, cantava il Biagio ricordando “Milano e Vincenzo”. Poco ancora, e lo avrebbero chiamato ovunque. Addolcendo forse anche troppo il suo stile, ma senza cadere nel kitsch del bello e basta. (Enrico Faggiano)