recensioni dischi
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USUAL  "Just feel alright"
   (2017 )

Da Riva del Garda esordisce il quartetto Usual, che con l'Ep "Just feel alright" promette di ridare linfa a quel britrock così tanto acclamato negli anni '90, che comunque sta continuando il suo percorso celato nell'indie e nell'alternative inglese. Quattro canzoni, quattro cose diverse da dire. Il pezzo di apertura "Just feel alright" è leggero e divertente, e si presenta come un bel tormentone pop, con le sue pause e gli stacchi per incitare a un coro di "Yeah"; sembra però un po' troppo assorbire lo stile dei Blur con una certa soggezione: suono di chitarra che sembra rubato a Graham Coxon, e la voce a tratti pare imitare le smorfie di Damon Albarn. Con gli altri tre brani le cose si fanno più personali. Le influenze comunque ci sono e si sentono, però sono meno invadenti ed emerge un percorso interessante. "Dog" parte da un ritmo shuffle (per i non tecnici: quello di "Chelsea Dagger" dei Fratellis, che tra l'altro calza a pennello come riferimento di buonumore musicale) ma a metà canzone si trasforma in 4/4 dritto e crea un'atmosfera di attesa, tra percussioni e cori che ululano e portano il tempo a diventare una disco da fine anni '70, con accordi di settima tipici di quegli anni. Sembra proprio una rappresentazione del testo che dice "Take me anyway you want", e difatti la musica gioca liberamente. "Blueberries and wine" è un rock più regolare, e propone un inciso melodico di chitarra che resta efficacemente in testa. L'ultimo saltellante brano, "Down the road of my heart" riprende il ritmo shuffle di prima ed è ancor più festaiolo, con i cori di "shalalalà" e pure l'arrivo di un assolo di tromba. Gli Usual si presentano bene con questo divertente Ep, e gli auguriamo di continuare a giocare come in "Dog", cercando sempre degli elementi che li contraddistinguano nel genere, ora davvero molto frequentato. (Gilberto Ongaro)