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ZEMAN  "Non abbiamo mai vinto un cazzo"
   (2017 )

Ricordate “Abbiamo Vinto Il Festival Di Sanremo” degli Statuto? Correva l’anno 1992 quando la storica band piemontese, con ironica megalomania, gridava al grande pubblico di aver vinto la tanto blasonata kermesse musicale. Nel caso dei friulani Zeman è l’esatto contrario: “Non Abbiamo Mai Vinto Un Cazzo” è il secondo irriverente album del quartetto composto da Lupo (voci e synth), Ste (basso e backing vocals), Dede (chitarre e backing vocals) e Matteo Il Cane Dainese (batterie, synth e back vocals). Gli Zeman schierano in campo nove tracce in maniera spregiudicata e senza una logica apparente se non quella schietta di divertirsi e divertire, con un post-punk e una new wave ben suonati e strutturati in maniera tale che ogni traccia risulti accattivante nella melodia o nel testo. “Non Abbiamo Mai Vinto Un Cazzo” si apre con “Insoddisfazione”, sensazione che “chiama” ripetutamente l’ascoltatore con il suo ritmo ipnotico e pulsante. “Devi Solo Farmi Male” è un allegro post-punk, dal testo che si presta ad essere cantato a squarciagola per liberarsi da ogni tensione emotiva. Diversa è l’atmosfera in “Smettila Di Smettere”, un rock frivolo che si snoda attraverso l’ottima sintonia di gruppo. “Le Cose Più Strane” è un brano che idealmente si potrebbe dividere in due parti: ritmo incalzante che snocciola note, battute e parole in due minuti e mezzo per poi cedere il passo a sonorità più lente e ripetitive nel finale. “Ada” chiude allegramente la prima parte di questo lavoro sbarazzino e conduce l’ascoltatore verso la seconda parte, che si apre con “Rivoluzione”: traccia il cui coretto ricorda vagamente quelli orchestrati da Mike Mills dei R.E.M. Occorrono meno di tre minuti per raccontare la “Breve Storia Di Un Concerto Di Merda”, una frenetica galoppata in cui synth e batteria giocano e si rincorrono con chitarra e basso, mentre tempi e controtempi irrompono in “Se Niente Importa” e segnano il passaggio verso l’energica chiusura di “Non Ci Troveranno”. L’irriverenza, l’ironia e la carica spadroneggiano nell’ottimo lavoro degli Zeman, e se è vero quel che si dice dell’omonimo allenatore ceco, che certamente non è annoverato tra i vincenti, non è così per i ragazzi friulani. Non è vero che non hanno “mai vinto un cazzo”: la compattezza della band e la grande simpatia sono di per sé una grande vittoria per un gruppo che suona divertendosi e si diverte suonando. (Angelo Torre)