recensioni dischi
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LARA MOLINO  "Fòrte e gendìle"
   (2017 )

Lara Molino è un’artista abruzzese che ha da pochissimo pubblicato “Fòrte e Gendìle”, il suo album di debutto, per il quale ha scelto di cantare nel dialetto locale. Al di là del fatto che chi ascolta possa capirne o no i testi, comunque, un folk elegante e dall’umore vagamente malinconico tende a fare da ponte verso un pubblico decisamente più ampio. Il disco si apre con “Lu Fòche de San Tumasse”, pezzo che cresce sui ritornelli e impreziosito da una bella ed elegantissima coda. Molto più scarno è l’accompagnamento della titletrack, mentre “Mazzemarèlle” è forse il primo grande acuto del disco, con un impianto quasi da filastrocca e da classica canzone popolare. “Scenne D’Ore” cambia nuovamente umore ed è caratterizzata da un tono parecchio nostalgico. Lara Molino canta la propria terra, canta la sofferenza delle migrazioni forzate della gente della sua terra con grande lucidità e parole evocative in “L’Emigrànde”, pezzo comprensibile più facilmente rispetto ad altri. “Pomponio” e “Lu Vecchie e Lu Quatràle” ripropongono ancora il contrasto fra allegria e tristezza, con la prima che segue le dinamiche di “Mazzemarèlle”. “Zi Innàre Lu Pesciaròle” e “Lu Sand’Andònie” continuano a cantare le persone e le tradizioni di un popolo: il secondo pezzo, in particolare, è uno dei più riusciti del disco. Lara Molino suggella l’opera con “Casche La Lìve”, praticamente senza l’accompagnamento della chitarra e del violino, presenti in quasi tutto il disco. “Fòrte e Gendìle” è un’opera gradevole perché musicalmente efficace nella sua semplicità, nonostante l’aspetto linguistico possa rappresentare uno scoglio. (Piergiuseppe Lippolis)