recensioni dischi
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NYPRA  "Senso di colpa"
   (2017 )

Feltre, "città da scoprire", è un meraviglioso comune situato alle pendici delle Dolomiti, ottimo per i pensionati poiché molto silenzioso, e dove si passano inverni rigidi. C'è un tunnel pedonale, che ora è sede di una mostra fotografica permanente, con bacheche di vetro e un senso di pulizia assoluto; i giovanissimi del loco forse non ricorderanno che negli anni '90 quella era una classica galleria grigia e piena di graffiti provocatori, scritti dalla gioventù più politicizzata di "Fel3", agli opposti estremismi. Era come una piccola scenografia della Torino hardcore, innestata nel Veneto più conservatore e tradizionalista. Camminando nel centro non è raro imbattersi in compagnie alternative, con ragazze dai capelli verdi e/o viola e molti ragazzi vestiti totalmente di nero. Ecco perché non mi stupisco ascoltando l'album "Senso di colpa", del power trio "Nypra" (si dovrebbe scrivere Пурга e pronunciare "purga"). Tale nome si riferisce a un fenomeno che accade in Russia quando il vento solleva tempeste di ghiaccio. E da quel fresco borgo sovrastato dal monte Tomatico, solo musica estrema poteva uscire! Otto brani per poco più di un quarto d'ora, che nonostante il nome glaciale, sono bollenti. Il primo è l'"Intro" e ci fa ascoltare parole in tedesco che sembrano essere proprio un discorso di Hitler, che viene poi contrastato sempre di più da cori russi che alla fine predominano. In un minuto è condensato lo scontro tra rossi e neri, un po' datato, che a quanto pare è ancora avvertito in molte zone d'Italia. Poi c'è "Senso di colpa", uno strumentale aperto da rumori elettrici che si trasformano in distorsione e feedback di chitarra e poi finalmente esplode un doom lento ed opprimente. In seguito "Boredoom" è la prima traccia con la voce; le urla sono percepibili, le parole molto meno, ma forse è una scelta stilistica in quanto questo succede in tutti i pezzi; i testi non sono intellegibili. "Boredoom" è un campionario di tempi diversi, in soli due minuti di durata i tre musicisti ne cambiano parecchi, e in alcuni di essi gli ultimi accenti coincidono con i primi dei cambi successivi, e questo dimostra l'affiatamento della band, e la pulizia di esecuzione nonostante la "sporcizia" richiesta dal fangoso sottogenere di riferimento (sludge). "Blow" ha un ritmo più regolare e invita quindi a scatenarsi, anzi a distruggersi. "Brexit", altro titolo significativo, presenta dei giri composti da note discendenti e dà una sensazione apocalittica, e questo ben delinea la posizione politica dei Nypra, contraria alla crescente tendenza xenofoba (voluta e fomentata) che attanaglia il vecchio continente. I bersagli della loro scottante opposizione però sono nei confini nazionali anzi regionali: la copertina dell'album rappresenta il sindaco di Albettone (nel vicentino), quello diventato famoso per certe trovate che non vale la pena menzionare. "Decline" è un'altra velocissima corsa crust che presenta un breakdown pauroso, interrotto da urla che sembrano provenire dal punk oi. In "Amaro astio" per qualche misura si può ascoltare il basso distorto senza la presenza delle chitarre, vere protagoniste dell'Lp. Poche grida iniziali lasciano spazio infatti ad un altro pezzo prettamente strumentale. "Sickness" a tratti ricorda l'horror punk, ed ha una struttura divisa in episodi diversi, fino alla lunga coda finale senza batteria e colma di feedback. Il "Senso di colpa" a cui fa riferimento il titolo dell'album è quello stupido, banale e ingiusto che fanno provare i non musicisti a chi decide di suonare, per le solite ovvietà di sopravvivenza. E la reazione a quest'oppressione non poteva che essere più rumorosa possibile; ma in questo rumore c'è tanta tecnica dimostrata, e i Nypro per il prossimo lavoro potrebbero a mio avviso scegliere di alzare di più la voce, magari scegliendo l'italiano, per farsi capire bene e rendere ancora più efficace la loro rivolta musicale. (Gilberto Ongaro)