recensioni dischi
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ALPHAVILLE  "Strange attractor"
   (2017 )

Chi frequenta anche saltuariamente questo sito sa bene chi sia Enrico Faggiano. Il "Faggi" è il massimo conoscitore della musica anni '80 che esista sulla faccia della terra. Prima e dopo quel decennio, il nulla (o quasi), ma sugli anni '80 la Treccani, a lui, gli fa un baffo. Per questa ragione Music Map è, probabilmente, il portale maggiormente fornito di recensioni anni '80 dell'intera Rete. E, per la stessa ragione, appena il sottoscritto scorge sul web qualcosa anche lontanamente legato agli eighties glielo segnala immediatamente: e, a quel punto, 9 volte su 10 scatta la recensione. Quindi dei dioscuri anni '80 (Duran Duran, A-Ha, Tears For Fears, Culture Club più Boy George solista, Spandau Ballet, Madonna, i suoi adorati Modern Talking, ma anche Mike Oldfield, Franco Battiato ed il mai abbastanza rimpianto Mango), non solo Faggiano ha recensito per Music Map le pietre miliari di quegli anni ma anche tutte le opere successive. Così, nei giorni scorsi, mi imbatto in Rete nel nuovo album degli Alphaville: se negli ultimi 50 anni soggiornavate su Marte, vi informo che si tratta dei tedesconi di "Big in Japan", "Sounds like a melody" e, soprattutto, di "Forever young", forse la canzone più "coverizzata" di tutti i tempi. Parliamo, insomma, di svariati milioni di dischi venduti in giro per il globo. E, nonostante non lo si sappia granché (io, ad esempio, lo ignoravo bellamente), Marian Gold e compari non hanno mai interrotto la propria attività, e sono arrivati nel frattempo a rasentare la decina di album prodotti. Quindi, per farla breve, segnalo la cosa a Enrico, e mi sento rispondere che, per ragioni incomprensibili a lui stesso, la band non l'ha mai "preso" più di tanto, e che quindi declina gentilmente l'invito. Finita qui? No. Per niente. Perché, porca miseria, questo è un signor disco. Il sottoscritto non è mai impazzito per le sunnominate hits '80 della band, e (sinceramente) non è che la notizia di un nuovo disco degli Alphaville mi riempia di gioia ed orgoglio. Però, se ascoltate con attenzione questi 13 episodi, senza necessariamente associarli ai vecchi successi della band, rimarrete a bocca aperta. Anzi, fate proprio così: immergetevi nell'ascolto di questo disco immaginando si tratti dell'esordio di una nuova e sconosciuta band. Rimarrete esterrefatti: "Around the universe" merita i primi posti delle charts molto più di Justin Bieber o Lady Gaga, "Giants" è potente e ti si attacca alle orecchie indelebilmente, "Enigma" farebbe sognare anche un labrador, "Rendezvoyeur" ha un tiro rock che non può lasciare indifferenti, così come il primo singolo estratto "Heartbreak city" farà aprire molte bocche stupefatte. Il tutto contraddistinto da un giusto tocco anni '80 (e vorrei vedere che fosse altrimenti), ma, al tempo stesso, da suoni generalmente attualissimi, esaltati da una produzione assolutamente all'altezza. Un prodotto, in definitiva, che è in grado di accontentare sia i vecchi fans che, ugualmente, chi ignora assolutamente chi siano questi 5 "ragazzi" ormai sessantenni. Che, colpo di scena, hanno messo a segno uno dei fendenti più centrati di questa fine estate 2017. Chi l'avrebbe detto? (Andrea Rossi)