recensioni dischi
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STOMB  "Duality"
   (2017 )

A tre anni di distanza dall’EP “Fragment” e a uno da “The Grey”, vero e proprio debutto sulla lunga distanza, tornano i francesi Stomb con un nuovo lavoro che racchiude sei tracce e che segna un ulteriore passo avanti nel percorso metal strumentale intrapreso dal quartetto. “Duality” è inaugurato da “The Dark Admirer”, che segue un crescendo continuo ed è immerso in atmosfere sognanti. La prima parte è affidata al piano, mentre chitarra e batteria compaiono più tardi, a dare un certo vigore al pezzo. Dopo i sette minuti di cavalcata dell’opener c’è l’intermezzo “A Voice In My Head”, con un minuto di vociare confuso e di accompagnamento scarno, ma con “We The Duality” riappare l’anima metal degli Stomb. Sin dai primi secondi, le chitarre graffiano e i riff sono pesanti, poi il pezzo cambia forma e segue un andamento un po’ più lineare, imperniandosi intorno alla chitarra e a sonorità corpose e cariche di tensione. La batteria detta i tempi di “The Red Way” e ne determina i frequenti cambi di ritmo, “The Other Me” ripropone suggestioni dreamy e si increspa solo in alcuni passaggi, specialmente nella fase centrale. “Contemplation Of The Cold” suggella il lavoro fra suoni liquidi, intrusioni elettroniche e calma non solo apparente. Gli Stomb confermano la loro grande vena con un disco che, seppur concettualmente non originalissimo, mette in luce tecnica e capacità compositive sopra la media. (Piergiuseppe Lippolis)