recensioni dischi
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SO LONG  "So Long"
   (2017 )

Mi è capitato, spesso, di rilevare quella fastidiosa usanza di additare quelle band che tentano di ricalcare i passi dei mostri sacri, senza verve e mordente. Ovvio che, se il risultato è indecente, il biasimo ci sta pure. Ma, se tutto è fornito con discreti mezzi tecnici, allora non c’è nulla da obiettare, come per questo interessante debutto dei cesenati So Long: 6 tracce per 20 minuti spesi bene. Distinguiamo, però, tra tecnica (che c’è) e fantasia (che latita un po'), ma il modo con cui questi ragazzi sono capaci d’incunearsi nei meandri dell’indie ha i suoi aspetti meritori. Si parte con le ampiezze trillate e percussive di “Hanger”, stese sulle galassie di Ride e Coldplay. “Yes or not” e “So long”, invece, si apprezzano per l’ondeggiare di guitars che fanno da involucro protettivo ai brani. Nel mezzo del cammin di loro vita c’è la strumentale “Stone bridge”, che nuota nel mare dei Cure con tessuto ipnotico ed oscuro. Discorso a parte lo riservo per il quadrilatero composto da “We loved”, “Spine”, “Hyper run” ed il singolo “Invisible”, in quanto è reperibile, in queste tracce, quel godimento uditivo che, tempo fa, proposero i sorprendenti veronesi Canadians (stimati anche sulle pagine del New Melody Express, ricordate?). In verità, se ne sentiva la mancanza: largo uso di chitarre, melodie vivaci e giusta decifrazione del linguaggio indie, benché si avverta, nelle suddette tracce, la sensazione di ascoltare un unico pezzo, a causa della rassomiglianza e delle scarse varianti negli arrangiamenti. Logico che, leggendo i grandi nomi tirati in ballo come ispiratori della band, ci si aspettasse un sound maggiormente guarnito con spruzzi di personalità. I So Long, tuttavia, vanno elogiati per le buonissime intenzioni sprigionate: certamente, al debutto, non potevano ambire, con fantasia ancora un po' latitante, sùbito alla cima. Al momento, sostano al primo campo-base: però, se in futuro scaleranno con maggior estro e diversi rampini, lo lasceranno presto per piantare in vetta la loro bandiera. (Max Casali)