recensioni dischi
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SQUID TO SQUEEZE  "Dada is not dead"
   (2017 )

Squid To Squeeze è Jacopo Gobber, musicista, produttore e sound designer che ha da poco pubblicato “Dada Is Not Dead”, album contenente sette brani inediti e tre cover. Il disco, per tutta la sua durata, resta in bilico fra pop, psichedelia ed elettronica: se le melodie sono molto orecchiabili e adesive, le distorsioni del synth disegnano scenari dai contorni vagamente psych, mentre l’elettronica costituisce l’ossatura del prodotto, anche grazie a un looping marcatissimo. Questo elemento diventa un tratto caratteristico del suono Squid To Squeeze e a partire dall’ipnotica opener “I’m Behind You” diventa evidente. “Rumbling ‘n’ Tumbling” segue un percorso lineare, mentre è parecchio più articolato quello di “Save The Desire”, sebbene ancora strofa e ritornello tendano, di fatto, a fondersi fino a risultare pressoché inscindibili. Le tre cover hanno la capacità di proporre brani in una veste non poco diversa da quella che siamo abituati a conoscere: le distorsioni di “No Good Trying” di Syd Barrett qui sono figlie di una loop station che rende il pezzo più moderno e artificiale, ma non meno lisergico. Le ritmiche electro funk di “Good Name” del nigeriano William Onyeabor ingranano lentamente ma convincono, ma il risultato migliore arriva con la rivisitazione di “Just Like Honey” dei Jesus And Mary Chain, collocata subito dopo un pezzo alticcio come “11”. “Dada Is Not Dead” è un disco creativo e stravagante nell’accezione più dadaista del termine: pur essendo, nel complesso, ascrivibile alla voce “pop” e quindi tendenzialmente fruibile da un buon pubblico, l’album si caratterizza per alcune scelte stilistiche nette, che complicano il discorso, ma che denotano grande consapevolezza e originalità. (Piergiuseppe Lippolis)