recensioni dischi
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SAVAK  "Cut-ups"
   (2017 )

A poco più di un anno dalla sbornia con “Best Of Luck In Future Endeavors”, i newyorkesi Savak sono tornati nel tentativo di replicare il risultato raggiunto nello scorso Ottobre. “Cut-Ups” propone quell’inconfondibile stile che continua a guardare alla psichedelia degli anni sessanta come al pub rock inglese, e la partenza, con “Sick Of War”, è già positiva, in virtù di una sezione ritmica che passa dall’essere estremamente essenziale come nelle strofe, durante le parti cantate, alla densità elettrica dei ritornelli. Proseguendo con l’ascolto, “Cut-Ups” mantiene costante il suo livello, offrendo un altro momento brillante con la costruzione articolata di “Natural Light”, con un cantato estremamente catchy e delle architetture a tratti un po’ sporche, ma mai banali. Ed è in questo che risiede la forza dei Savak: nonostante si muovano all’interno di terreni già ampiamente battuti, la loro proposta è urgente, autentica e perfettamente riconoscibile, basti pensare a “Loma Prieta” o a “Christo’s Peers (Soon We’ll Be Floating)”, due pezzi in pieno stile Savak, seppur completamente diversi. Il gusto retrò di “I Left America”, invece, produce a tratti dissonanze, ma chiude il disco in bello stile. Dopo un esordio accolto con grande entusiasmo dalla stampa specializzata, i Savak confermano la bontà della loro proposta con un altro disco convincente e pressoché privo di momenti di affanno. (Piergiuseppe Lippolis)