recensioni dischi
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MODERN TALKING  "Back for good"
   (1998 )

Chiome in stile Beehive, un cantante (il moro) che non sapeva comporre e un compositore instancabile (il biondo) che non sapeva cantare. Quando Dieter Bohlen, autore in cerca di voce, incontra Tomas Anders, voce in cerca di autore, era un topo da studio di registrazione, che aveva inciso sotto mille pseudonimi ('Monza', uno di questi) ma mai sfondato. Si unirono, nacquero i Modern Talking, il gruppo tedesco di maggior successo anni ’80, amati quanto irrisi – mettiamola così, erano i Romina e Albano d’Oltrebrennero -, massimi esponenti del genere Eurobeat. 6 album in 3 anni, canzoni rigorosamente tutte uguali, con stessa struttura (4 frasi di strofa, 4 frasi di ritornello, 4 frasi di falsetto, e via così per 60 canzoni) e spesso stessi testi: un amante del genere poteva comprare un nuovo album, e davanti ad un verso poteva immediatamente immaginare la frase successiva. La strofa “broken dreams” portava sempre ad un “frozen tears”, se volete provare… Uno scioglimento sanguinoso, per una Yoko Ono dei poveri che mise zizzania tra i due, e l’eredità che passò al progetto Blue System, del biondo compositore, che non calò i ritmi (14 album in 10 anni) ma calò le vendite. Il cantante? Disperso in dischi anche spagnoli. Poi, la nostalgia, magari qualche introito in meno, e la reunion. Nel 1998. L’album era una semplice raccolta di successi, un po’ spolverati (il boom-pa-boom degli ’80 diventò boom-boom-boom nei ’90), qualche inserimento rap, e inediti. Divenne il disco più venduto in Europa dopo la colonna sonora di 'Titanic', aprendo la strada ad una nuova fase della loro carriera. Non più due album all’anno, ma solo uno (però di 16 brani), scopiazzando di qua e di là (“We take the chance”, santo cielo, era più uguale a “The final countdown” di quanto non lo fosse l’originale!), fino al nuovo crollo del 2003. Canzoni tutte uguali, banali e ripetitive (“Cheri cheri lady”, “Sexi sexi lover”, “Taxi taxi girl”, e via così), ma tanti ci rimasero ipnotizzati. Ne sono usciti anche dei gruppi cloni: i 'Bad Boys Blue', o addirittura i 'Systems in Blue' (da “Blue System”, l’altro progetto di Bohlen), che stanno ai Modern Talking come gli Audio 2 a Battisti, se mi permettete. Direte, ma li odi davvero, ‘sti qua. Penso di essere l’unico in Italia ad avere tutta questa discografia. E se gli amici li trattano in questo modo, figuratevi i nemici… (Enrico Faggiano)