recensioni dischi
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MONKEY ONECANOBEY  "Moco"
   (2017 )

Davvero apprezzabile l’idea di Filippo Lombardelli (Phil) e Saverio Baiocco (Sav), giovane duo originario di Spoleto al debutto su JAP Records con le otto tracce di “MOCO” sotto il (bellissimo) moniker di Monkey OneCanObey. Il vivido entusiasmo della coppia trasuda dal ruvido taglio garage del disco, peculiare e curioso in virtù della strumentazione impiegata: alla voce/chitarra di Sav funge infatti da base il beatbox - il ritmo è fatto con la bocca - di Phil, efficace nel piegare ad un rock grezzo e frontale questa tecnica mutuata dall’hip-hop. Poco importa che manchi ancora un’impronta personale nell’articolare al meglio il linguaggio di nuovo conio: basta e avanza questa sarabanda di riff distorti e di trucida psichedelia hard-boiled, un tripudio di blues sporco e inacidito che si divincola tra gli arpeggi e le deflagrazioni elettriche di “Evolution Playstation” e la bordata à la Deep Purple di “Philled Lungs”, tra la languida ballata laid-back di “Traintears” e di nuovo il blues indurito da Ten Years After di “Lose Your Mind”. Il gioco funziona egregiamente sia nell’aria sorniona e vagamente swingante di “Grinning In Your Face” sia nel boogie sudista – sparato dritto in faccia con baldanzosa cattiveria – di “Route 66” o addirittura nella cover di “Personal Jesus” che chiude l’album senza aggiungere nulla all’originale, ma senza nemmeno smarrirne lo smalto. Per ora è buono l’approccio ed encomiabile l’intuizione: il repertorio è piuttosto calligrafico, dettaglio trascurabile e perfettibile. Il potenziale è enorme, come la voglia di spaccare tutto: ma con classe, e con quell’idea in più. (Manuel Maverna)