recensioni dischi
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MARK KNOPFLER  "Shangri-la"
   (2004 )

Allo Shangri-La di Los Angeles si respira odore di country, blues e leggenda. Lì incisero Bob Dylan, Neil Young ed Eric Clapton, tra i tanti. E a quello studio americano, vicino la spiaggia di Malibu, lo scozzese Mark Knopfler dedica il suo quarto lavoro solista (colonne sonore escluse). 'Shangri-La' è l’America delle grandi vallate e dei piccoli centri rurali, dei deserti e dei locali di musica tradizionale, vista da un europeo – come quella filmata da Wim Wenders per 'Paris,Texas' – che, proprio perché straniero, riesce a coglierne l’essenza più vera. Ora con la Fender elettrica ora con la Martin acustica, Knopfler costruisce 14 paesaggi blues con rimandi country come “Boom, Like That”, “Sucker Row”, “The Trawlerman’s Song”, “Back To Tupelo”, “Shangri-La”, “Everybody Pays”, “Song For Sonny Liston”e “Whoop De Doo”, le quali seguitano il lavoro sonoro di 'Sailing To Philadelphia' e 'The Ragpicker’s Dream' dentro un album (con i fedeli Glenn Worf,Chad Cromwell, Guy Fletcher, Richard Bennett e Jim Cox) che procede liquido e denso nelle sue atmosfere crepuscolari e solari, fotografate da un placido british con la chitarra in viaggio nella terra del mito e delle radici musicali. (Sergio Lacavalla)