recensioni dischi
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OLIVER SPALDING  "Unfurl"
   (2017 )

Il giovane Oliver Spalding, classe '96, esordisce da Brighton con l'EP "Unfurl", quattro canzoni pop volte ad evidenziare la sua vocalità morbida. Gli arrangiamenti sono fatti di elettronica essenziale ma esaustiva ed equilibrata, non c'è mai un eccesso né un vuoto sonoro. C'è una predilezione per i suoni lunghi e distesi, caricati di riverbero, tanto da ricordare, in un caso, certe scelte brillanti di Hans Zimmer (in "Reverse Hurt"). "Hiraeth" è aperta da suoni paradisiaci, prima dell'avvio dei beat elettronici. La voce resta sempre al centro dell'attenzione, vira spesso e volentieri verso il falsetto, e si gioca spesso a pitcharla verso l'alto e il basso, creando coralità sintetiche che ricordano quelle dei Daft Punk più recenti ("Random Access Memories"). In "Unfurl" compaiono dei loop di pianoforte "rotto", anticipati da un'atmosfera di ghiaccio. "Epoch" affonda nella direzione colonna sonora, dilatando ulteriormente la propria struttura. Il pianoforte sostiene in maniera determinante il pezzo, caricandolo di pathos con degli accordi gravi e forti. Complessivamente l'Ep si presenta come un lavoro coeso dall'inizio alla fine, ed è chiara l'intenzione di un pop dalla forte intensità, come quello degli Imagine Dragons, senza però il ricorso alla strofa anonima e al ritornello facile e ruffiano. Sono brani che si lasciano ascoltare dall'inizio alla fine come un tutt'uno. (Gilberto Ongaro)