recensioni dischi
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RAY CHARLES  "Genius loves company"
   (2004 )

Brutta bestia, i duetti. Se ne può uscire con le ossa rotte. Ne sa qualcosa Bono che cantò con Sinatra, e potrebbe scriverci un libro (magari lo farà...) il maestro Pavarotti (qui è più difficile dire chi vince e chi perde). Sparito il Genio di Ray Charles, ci restano ora questi 12 duetti che aveva inciso poco prima di salutare tutti. Tolta la sua voce, di queste canzoni resta poca cosa. Le corde vocali di Ray posseggono ancora così tanta anima (e rimandano a canzoni così belle, devastanti per quanto sono belle) da far svanire le prove di questi suoi partner occasionali. Cosa volete che possano Norah Jones, James Taylor, Natalie Cole, Gladys Knight, Michael McDonald e gli altri, di fronte a un timbro vocale così particolare, crudo e dolce allo stesso tempo? Si salva forse la sola voce di Diana Krall, la chitarra di Bonnie Raitt e l’arrangiamento di “Sorry seems...”, con Elton John che deve mettere sul tavolo tutto il suo cuore per non farsi rubare la canzone da Ray. Davanti al Genio, sembra senza fiato anche Van Morrison che nel finale di “Crazy Love” gigioneggia mentre Charles va in falsetto come un angelo. (Giulio Brusati)