recensioni dischi
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OMZA  "Otto Maddox Zen Academy"
   (2017 )

Gli Omza sono un quintetto triestino composto da Eagle Rogers (voce), Paul Goodwind (basso), Jack Shack (chitarra, cori), Tealann Crack (chitarra elettrica, chitarra acustica, percussioni, cori) e Spiral Sanders (batteria). I friulani sono autori di una proposta molto particolare, che attraversa i confini del rock, muovendosi con discreta agilità fra hard e stoner, fra pop punk e power pop e colorando il tutto con echi psichedelici. Prevedibilmente, in questi casi il rischio è di proporre qualcosa che, al netto di tante influenze, risulti troppo poco centrato, ma non è il caso degli Omza. Se in apertura troviamo le sonorità hard classicheggianti di “Birds”, con “Dune” emergono i primi guizzi pop punk, mentre “Still Can See You”, pur non essendo ascrivibile a un solo genere, in alcuni passaggi riporta alla mente i Queens Of The Stone Age. Nella seconda metà si fanno, invece, più forti i richiami psych, in concomitanza con un tendenziale ma non netto abbassamento dei ritmi. “Steal From The Candy Store” e “Moonage Daydream”, in chiusura, raccontano ancora di un sound decisamente internazionale, al punto che, ascoltando “Otto Maddox Zen Academy” senza conoscere la provenienza della band, si fa fatica a dire che siano italiani. Si parla tanto della crisi delle chitarre e di un rock in stato comatoso, ma gruppi vecchio stampo esistono ancora e non solo all’estero. Gli Omza, inoltre, riescono a mescolare diversi generi con consapevolezza e convinzione, realizzando, con “Otto Maddox Zen Academy” un bel lavoro. (Piergiuseppe Lippolis)