recensioni dischi
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BALTO  "E' tutto normale"
   (2017 )

Se questo disco si fosse intitolato “Tanto ormai…”, il senso non cambiava: ossia, quel triste e terribile adagio di rassegnazione radicato nelle persone che le trasforma in passivi “yes-men”. Invece, il combo romagnolo dei Balto non accetta la visione di tutto ciò e concentra, nei cinque pezzi di “E’ tutto normale”, il massimo impegno per dare uno scossone ridestante a quelle anime consapevolmente (sigh!) amorfe. Dopo il fresco esordio “Brucio spento” di un paio d’anni fa, ora i Balto mostrano i muscoli con un’elevata spanna di maturità che li candida (con fondamento) a incidere il loro calco nel floor dell’indie-rock. Il taglio internazionale dell’opener “Mi piacerebbe tanto ballare” lo capirebbe persino un profano, con ricche scosse di chitarre nervose tra emo-core e filo-punk. Il combo tenta ed osa, senza remore, e non ha “Paura della sconfitta”, combattendola con ampie distensioni sonore e grattate d’elettrica che rafforzano un mood di grande effetto spalmato sulla cinquina dell’opera. Trampolieri ideologici, i Balto si tolgono le “Spine nel fianco” tra altezze rock e dettame power, quello adulto e certamente non quello ruffiano ed adolescenziale. Magnetica e inquieta si rivela “Mondo bianco”, che disegna rettilinei dalle tinte cangianti e convincenti. Sigilla l’opera la title-track: rinomata ceralacca istantanea che, in itinere, molla la presa per suggestionare con adeguati respiri ritmici. “E’ tutto normale” che la vita presenti i suoi malrovesci, che per quanto possibile siamo chiamati a schivare; non con occhi sterili e passivamente sazi ma edaci di reazione. Con appena 20 minuti i ragazzi ci han fatto intendere che la rassegnazione non abita in casa Balto, e tenete presente che i protagonisti sono poco più che ventenni: diamoci una regolata e prendiamo esempio… (Max Casali)