recensioni dischi
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GIGALDI  "Das ganze doppelalbum"
   (2018 )

Gigi Gratt, musicista austriaco attivo in numerose formazioni, fa il suo esordio solista con "Das ganze doppelalbum" (appena uscito per Interstellar Records), un lavoro che presenta le quattro stagioni in altrettante, lunghe improvvisazioni molto diverse fra loro. Forse proprio per omaggiare Vivaldi, il più celebre compositore delle Quattro Stagioni, Gratt ha voluto cambiare il suo nome in Gigaldi. Polistrumentista, Gratt ha assegnato ad ogni stagione uno strumento, e le tracce si presentano essenzialmente come sovraincisioni dello stesso. Per "Winter" ha scelto il basso elettrico, col quale nei primi cinque minuti inizia a sviluppare una ritmica accattivante, con la somma di impulsi sincopati. Ad un certo punto la musica zittisce, tagliata di netto, e si riparte con note così gravi che vengono sovrastate dal rumore della corrente elettrica. Su questo ambiente oscuro, partono delle oscure programmazioni ritmiche. Si riconosce che alcuni effetti noise sono ottenuti grattando le corde del basso di lato con un plettro. "Frühling", primavera, è invece realizzata con il flicorno, un fiato che sta a metà tra la tromba ed il corno, sia per estensione che per timbro, quindi possiede sia la brillantezza della prima che la solennità del secondo. Il brano, all'inizio, è la ripetizione in loop di una sequenza di note, alle quali ogni due giri se ne aggiunge una. Dopo cinque minuti si può apprezzare una fitta tessitura. La texture scompare e si cambia aria: giochi rumorosi sul tubo dello strumento, che vengono pampottati (termine da tecnici del suono che significa far rimbalzare rapidamente i suoni da sinistra a destra nello spettro sonoro, sentendoli così vibrare in entrambe le orecchie). Dopo una pausa parte una lavatrice difettosa, o una cosa simile, ottenuta con una somma di dissonanze. Verso la conclusione, un'armonia conciliante affiancata da gargarismi suggella l'interpretazione divertita della primavera secondo Gigaldi, che continua ad amare le stagioni calde. Anche "Sommer" è frizzante, e lo strumento scelto per descrivere l'estate è il tres cubano, un cordofono simile alla chitarra, ma dalle corde posizionate diversamente. L'accordatura è libera e variabile, e Gigaldi ne sfrutta tutte le possibilità per creare una vera e propria orchestrazione, c'è l'illusione di percepire delle viole di un'orchestra, quando sono sovraincisioni di tres che trillano come un mandolino. L'elemento percussivo e ritmico qui è fondamentale. La luminosità di questi 16 minuti contrasta con "Herbst", l'ultima stagione descritta. L'autunno di Gigaldi è registrato dentro una palestra bosniaca, con una chitarra elettrica e una tonalità minore. La malinconia degli arpeggi puliti è amplificata dal riverbero naturale della sala. Se i primi sette minuti sono pressoché suonati piano, nella seconda metà c'è un tragico crescendo che ricorda i momenti più bui del post rock ambientale. "Das ganze doppelalbum" è un lavoro che all'ascolto risulta impegnativo, ma dimostra una fine ricerca nelle potenzialità espressive degli strumenti, e nella loro scelta simbolica. (Gilberto Ongaro)