recensioni dischi
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BASTA!  "Elemento antropico"
   (2018 )

Basta! Non è il minaccioso monito che invita a smettere all’istante, astenendosi dal compiere qualsivoglia azione che si sta per porre in atto. Basta! è uno stile di vita che mira a instaurare un nuovo tipo di relazione tra una giovane prog band e il suo pubblico: una relazione fatta di reciprocità, di intesa e complicità. Il Prog diventa quel collante che unisce il quintetto al pubblico e, nonostante la non facile fruibilità dello stile musicale e concettuale, rappresenta quel legame puro e sincero, incondizionato e indissolubile. Damiano Bondi (Diamonica Hammond 44), Saverio Sisti (Chitarra elettrica), Giacomo Soldani (Basso), Andrea Tinacci (Clarinetto) e Roberto Molisse (Batteria) corteggiano l’ascoltatore con “Elemento Antropico”, un cervellotico racconto che, in undici tracce Progressive (ma che non disdegnano virate metal), parlano di Samuel, un uomo che “viene da un altro mondo” e si rifugia in un anfratto delle Alpi Apuane, per scampare alla pioggia che lo ha sorpreso lungo il suo cammino. Entrato in una caverna viene attratto da una luce e per seguirla cade violentemente battendo la testa. E’ questo l’incipit da cui prende le mosse l’opening track “Entro Nell’Antro”: tra arpeggi di chitarre, si fa spazio una chiara voce narrante che fa da apripista ad atmosfere a tratti fiabesche (grazie all’armonica) e a tratti nevrotiche e inquietanti (con sonorità metal prog). “Il Muro Di Ritmini Strambetty” non abbandona l’instabilità ritmica, e, nell’alternanza tra momenti di statici e riff duri, nei suoi quasi cinque minuti strumentali, conduce diritto alla terza traccia “Doombo (L’Elefante Del Destino)”. Qui, senza deviare dalle precedenti sonorità, si vola tra gli azzeccati momenti solistici di chitarra e gli scambi gioiosi tra clarinetto e diamonica. In “Zirkus”, un’inquietante voce narrante riprende il racconto di Samuel alle prese con un enigma da sciogliere mentre si avvicina al dorso di un elefante volante. Ottima la sintonia di gruppo che si snoda lungo le note di un prog sincero e lontano da stucchevoli tecnicismi fini a sé stessi: è questa la sintesi della strumentale “Entro L’Antro”, con le sue atmosfere sognanti, e di “B Alla D” in cui si riprende il racconto della vicenda di Samuel che, in groppa al suo elefante e tra nani contorsionisti, leoni che addestrano uomini, continua il suo viaggio tentando di sciogliere l’enigma mentre sonorità circensi prendono il sopravvento nei rimanenti tre minuti del brano. “Intro” colpisce per la sua intensità e nonostante la brevità racchiude sonorità dense di pathos e apre le porte a “Schiacciasassi”, brano che, nei suoi quattro minuti, porta con sé la stravaganza del progressive con al centro storie fantastiche e una musicalità lontana da qualsiasi schema predefinito. La teatralità è al centro di “Countdown”, brano che, nei suoi poco più due minuti, conduce diritti agli ultimi due capitoli di un lavoro che necessita più di un ascolto per essere apprezzato in tutte le sue numerose sfaccettature. “L’Uomo Cannone” è uno dei pezzi più interessanti dell’intero disco nel suo alternarsi di sonorità più dure a momenti più distesi, che conducono a “Esco Dall’Antro” in cui tempi e controtempi, sono figli di uno stile di un certo livello. Qui si sintetizzano tutte le atmosfere incontrate lungo il disco in una sapiente miscellanea compositiva che incanta l’ascoltatore lasciandolo in balia di sonorità sognanti. Nel complesso i Basta! creano un lavoro valido, senza troppi virtuosismi che ne appesantiscano l’ascolto e, allo stesso tempo, sono lontani dal già sentito. Le atmosfere progressive si tingono di una preziosa originalità grazie alla Diamonica Hammond e al Clarinetto che si sostituiscono agli strumenti tradizionali come il Moog e il Violino. Un lavoro che deve essere necessariamente interiorizzato nei contenuti musicali e ben compreso nelle sue dimensioni testuali per godere del giusto apprezzamento che merita. (Angelo Torre)