recensioni dischi
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BUG  "Calamitas"
   (2018 )

A tre anni di distanza dalla loro ultima fatica discografica, sono tornati i Bug, prolifica formazione austriaca giunta al dodicesimo disco in appena due decadi. "Calamitas" (uscito per Interstellar Records) raccoglie nove tracce che restano abbastanza fedeli a schemi metal, pur concedendo qualche variazione sul tema. L’apertura è affidata ai riff muscolari e possenti di “Anti” e alle violente scariche elettriche di “Danger Babe”, idealmente dedicata a Ruby, “colei che aveva rubato il cuore a Berlusconi”, com’è possibile leggere nella nota stampa. “Arbeitsunwill” rappresenta invece il punto di incontro fra sferzate (black) metal e trame chitarristiche addirittura in salsa blues. È il momento migliore di “Calamitas”: subito dopo arriva anche “A Knife For Every Heart”, col suo fitto flusso sonoro contaminato di post punk. Il cuore metal dell’opera torna a pulsare con la tenebrosa “Fuck Me Blind” e l’ironica “Kim Jong II”, dal ritmo più frenetico e cangiante della precedente. “Blutjesudotcom” brilla grazie a ottime linee di basso e a un passo incalzante, che sembra suggerire possibili deflagrazioni, ma che sfocia in distorsioni e assoli, strutture simili a quelle di “The Source Of Lights Is Burning”. In chiusura, l’elettrica e schizofrenica “Best Days Of Our Lives” conduce alle suggestioni dark di “Happiness Is Hard To Hold”, impreziosita da tracce di noise. “Calamitas” è un altro bel lavoro per i Bug: pur restando fedeli a una proposta artistica ormai ben radicata nel loro DNA, gli austriaci confezionano dieci pezzi diretti ed efficaci, senza mai brillare particolarmente ma anche senza andare mai in affanno. (Piergiuseppe Lippolis)