recensioni dischi
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SHEZOO  "Agony of doubt"
   (2018 )

Non fate arrabbiare Natacha. La cantante svizzera dimostra un carattere ed una presenza scenica che negli anni si è fatta sentire sulla scena tedesca. La sua band agli esordi era composta totalmente da donne, nel nome del women power. Ora invece è circondata da uomini, che danno un senso al nome del gruppo: lei canta (She), e attorno i maschi suonano (Zoo). Gli Shezoo dunque suonano dunque un metal riconoscibilissimo, figlio degli anni '80, di nomi storici come Queensryche, Kingdom Come e dei tedeschi Accept. Se siete in cerca di sorprese, qui non ce ne sono granché: l'album "Agony of doubt" presenta i tipici riff di power chords, doppio pedale quanto basta e tanto sapore glamour, inteso à la Alice Cooper e non certo alla Bon Jovi. L'attenzione alla fine si concentra tutta nella front woman, leader incontrastata del palco, anche nelle performance live e nei videoclip, dove canta spalancando spesso gli occhi con l'atteggiamento strafottente di Ozzy Osbourne. Se ci si lascia prendere può "stregare", nel senso di lanciare una stregoneria. La voce nei precedenti lavori graffiava, qui si è scelto di mantenere di più il pulito ma non perde in potenza. La scaletta dei brani dell'album presenta soprattutto tempi veloci e moderati, e un lento, "Mirror". "Living dead strangers" ha un ponte particolarmente carico di groove. I testi sono carichi di suggestioni oscure, soprattutto quelli di "Cradle the dead" e di "Losing control": "Monster is growing underneath my skin". Che dire, parafrasando il titolo di una sua canzone, il suo cuore è di metallo. (Gilberto Ongaro)