recensioni dischi
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BLUESTONES  "Groupie"
   (2018 )

I Bluestones sono un trio reggino formatosi nel 2004 che ha all’attivo un EP e un full length, pubblicato nel 2013. Nel mezzo, tanti cambi di formazione hanno rallentato l’attività di una band parecchio promettente, il cui sound accoglie influenze (post) grunge e sintetizza stoner e alternative in maniera parecchio efficace. “Groupie”, pubblicato a fine 2017, in qualche passaggio offre anche escursioni noise e presenta qualche traccia di psichedelia, stupendo per la capacità di far coesistere tanti elementi. I brani sono undici e, come il titolo suggerisce, il disco è idealmente dedicato alle groupies, fenomeno che ha contraddistinto l’alba della seconda metà del secolo scorso, dipinte con un umore vagamente malinconico. Si tratta di un lavoro eterogeneo anche per quanto riguarda la struttura dei pezzi, in alcuni casi rispecchianti la forma canzone e in altri più simili a jam dal minutaggio anche impegnato. Il livello è costantemente alto, ma a brillare sono in particolare “Worn-Out Organism (To Dance On Fate)”, con le sue strofe profonde e le sue frequenti deflagrazioni, “Mantide”, la cui veste è invece leggermente più psichedelica, e “C. Mazzone”, strumentale elettrico e muscolare collocato quasi in chiusura. Quello dei Bluestones è un ritorno gradito: a quattro anni dalla loro precedente fatica discografica, i calabresi dimostrano di aver trovato una forma ormai compiuta in termini meramente stilistici, ma anche per quanto riguarda la formazione stessa. “Groupie” è un lavoro non semplice, figlio del talento dei tre musicisti. (Piergiuseppe Lippolis)