recensioni dischi
   torna all'elenco


SIMON DIETZSCHE  "Contatto"
   (2018 )

Parola d’ordine: rispetto. Tanto è dovuto ai Simon Dietzsche, al di là di qualsiasi verdetto emesso per “Contatto”, album che marca il ritorno dei pionieri della new-wave italica dopo 17 anni in modalità stand-by. Una band che per un paio di decenni ha galoppato gli 80’s con stimata personalità . Con la formazione pressoché immutata dai primi anni di militanza, riprendono il discorso interrotto con nuovi stimoli e fiduciose prospettive: segno che il loro pubblico non soffre di memoria corta e li vuole ancora in pista. Genovesi solo nell’origine, non… risparmiano in questo disco fresche soluzioni armoniche e, spesso, speciale linfa espressiva. A sondare il palato dell’ascoltatore ci pensa il singolo “Non nevica”, che ricama eleganti giri armonici sulla voce decisa di Ferdinando Barcellona, mentre “Estratto di tempo” distende commenti di piano e chitarra con il chiaro invito a ritagliarsi attimi di spiritualità per interpretare al meglio la vita. Le strade soft sono percorse dalle delicate e toccanti ballads “E allora passione” e “Il condannato”, quest’ultima ispirata dal poeta J. Genet. D’altra parte, episodi cosi riusciti sono sintomatici di esperienza e cultura. Tocca alla title-track timbrare l’impronta rock-wave con calibrato arrangiamento per elargire sensazioni di leggerezza e libertà. Il tempo passa ma loro non passano mai e tornano a sanguinare con il taglio di “Parco dolore” e “Buonumore”, con intrecci di chitarre ruggenti e fascinose in un mood circolare ed avvolgente, a riprova che la vena creativa non si è prosciugata . Spetta a “Giardini di plastica” chiudere la rentrèe con la splendida chitarra acustica in pieno territorio grunge, a decretare indizi internazionali. Se avevate perso per strada la comunicazione con i Simon Dietzsche (come suggerisce la foto di copertina), visto che ormai sapete la parola d’ordine, rientrate presto nel loro macrocosmo perché è già ora di fissare un altro “contatto”. (Max Casali)