recensioni dischi
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DESERT WIZARDS  "Beyond the gates of cosmic kingdom"
   (2018 )

Anno 2007, città Ravenna, da qui parte il progetto Hard Psycho Prog dei Desert Wizard, che pubblicano ora il nuovo album "Beyond the Gates of Cosmic Kingdom". Le otto tracce inserite in questo album regalano cinquanta minuti circa di buona musica, ricca di spunti interessanti. A suoni campionati, che creano un atmosfera misteriosa, si vanno ad aggiungere innesti di tastiera vintage come nella traccia ''Astral Master'', il tutto ben sostenuto da chitarre ruvide che riescono a dare un'impronta marcata al sound. Man mano che ci addentriamo nell'ascolto le cose si fanno più interessanti, con innesti melodici di una sezione di archi che rende le sonorità più leggere e soavi, come in "Dogstar", senza comunque rinunciare a quella vena aggressiva che contraddistingue la band dei Desert Wizards. Dieci minuti di completa psichedelia con il brano ''Red Sun'' che segna la parte centrale dell'album, una struttura minimale di organo e batteria per la maggior parte della durata del brano, che viene scalfito sul finale da una sezione di chitarre grezze ma senza mai eccedere nel ritmo e nella potenza. Ancora attimi melodici, quasi melanconici, con ''Distant Memories'', per poi tornare a ritmi più grintosi con l'energica ''Snakes''. "Beyond the Gates of Cosmic Kingdom" si chiude con ''A Light in the Fog'', un brano limpido, dalle sonorità chiare e cristalline, e con l'originale contributo di un sax che rende tutto ancora più particolare ed originalità. Un album per niente scontato, al contrario pieno di spunti semplici, diretti e davvero interessanti, segno che la band è riuscita a raggiungere una buona maturità strumentale e compositiva. (Fake!)