recensioni dischi
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RASMAN  "Stub"
   (2018 )

“Stub”, oltre ad essere il test con il quale la polizia verifica se vi sono residui di polvere da sparo su un sospettato, è il titolo dell’album dei Rasman, band riminese che debutta mettendo la denuncia della violenza al centro della propria musica. Il loro genere è il punk-grunge, ed ascoltando le tracce sono evidenti le influenze di giganti del passato, tra i quali soprattutto i Nirvana, declinati però alla narrazione di problematiche drammaticamente italiane come la violenza della polizia (il loro stesso nome è stato scelto in ricordo di una vittima della polizia di Stato), o attuali come la violenza che un amore morboso può provocare su sé stessi o su l’altro, fisicamente e psicologicamente. Tra gli undici brani “Bathfoam”, “Violent”, Flashing lips”, “Tonight” e “Stalker” risultano i migliori come riuscita, per aver trovato il giusto equilibrio tra la musica travolgente e i ritornelli, crescenti in potenza fino ad arrivare a gridare in faccia a chi li ascolta il racconto estremo della sofferenza e irrequietezza all’interno della società di oggi. Lo stesso equilibrio non si trova in altri brani quali “Get married with the Sun” o “The Cliff”, dove l’eccessiva ripetizione della stesso verso tende di appiattire il tutto. L’album nella sua totalità, fatto di qualità, emozioni e suoni forti, fa pensare che la più grande potenzialità dei Rasman possa essere espressa nei live, sicuramente travolgenti. (Giuditta Avano)