recensioni dischi
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AIDAN BAKER & GARETH DAVIS  "Invisible cities"
   (2018 )

“Invisible Cities” è il prodotto della collaborazione fra il chitarrista Aidan Baker, già affermato in ambienti doom/drone, e il clarinettista Gareth Davis, noto per le collaborazioni con band di stampo post rock. L’inedito duo ha partorito un album, al tramonto del 2016, che consiste in una sorta di viaggio ai confini del jazz, in uno scenario fra il post e il dark. I brani di “Invisible Cities” (uscito per la Karlrecords) sono solamente quattro, ma anche lunghi e complessi. Sopra il tappeto elettronico di “Memory”, ad esempio, si staglia un clarinetto timido e inquieto, capace di evocare sensazioni funeree in uno stato di perenne e palpabile tensione. Lo schema di “Sky” non si discosta molto da quello del brano precedente, ma il sottotesto è leggermente più rarefatto. Le cose cambiano leggermente con “Signs” e le sue incursioni chitarristiche, che scavano ancora un solco nel quale il clarinetto entra a piedi uniti. “Desire”, in chiusura, torna a collocarsi in scenari post-apocalittici, quasi a voler accompagnare il viaggio di uno sparuto gruppo di individui alla ricerca di qualcosa in una distesa di spoglio e griglio nulla. “Invisible Cities” è un album molto interessante e suggestivo, ma tutt’altro che immediato: il titolo stesso acquisisce un certo significato man mano che il dialogo fra i due musicisti scorre e i contorni di una città fantasma si fanno più definiti. (Piergiuseppe Lippolis)