recensioni dischi
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PALMBOMEN II  "Memories of Cindy"
   (2018 )

Palmbomen II è il moniker di Kai Hugo, producer olandese classe 1988 attivo da poco più di un lustro e da poco tornato sulla scena con un album doppio intitolato “Memories Of Cindy”, appena editato dalla Beats In Space Records. Il disco non va a stravolgere quelli che sono gli stilemi di un artista che ha già ottenuto, in questi anni, pareri favorevoli dalla stampa di settore e anche da alcuni colleghi, come il duo belga Soulwax. È come sempre la deep house il genere di riferimento dell’artista nativo di Dordrecht: pad ipnagogici, suoni sfocati, spettrali e avvolgenti, percussioni secche e acidule e qualche eco vapor sono gli elementi costitutivi di un lavoro lungo e parecchio impegnativo. Il viaggio attraverso i ricordi di Cindy si apre coi suoni liquidi di “I Feel Everything”, in cui una voce femminile sembra manifestare una certa angoscia. I ritmi iniziano ad alzarsi timidamente a partire da “Seventeen” per poi sfociare nel vero e proprio uptempo di “RTL Unifeeder”, primo acuto dell’opera ma anche troppo inquieto per svelare la sua reale anima danzereccia. Emblema dell’umore grigio dell’opera è “Peter Accepts Death”, brano denso e lineare, caratterizzato da una frase ripetuta come un mantra: “please accept death”. Nelle allucinazioni di “Pyrotechnomarco” e nell’esotismo di “145” risiedono altri due momenti particolarmente brillanti del disco. “Memories Of Cindy” è un lavoro riuscito, ma difficile: non è pensato per la dancefloor, ma più per un ascolto in cuffia, magari al buio, preferibilmente in una notte insonne. Neanche i brani più ritmati e nemmeno le percussioni fitte riescono a strappare via quel velo d’ansia che caratterizza, in fondo, ogni brano. Un po’ come se i ricordi di Cindy fossero soltanto legati a un passato oscuro e da dimenticare. (Piergiuseppe Lippolis)