recensioni dischi
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UN ÂNE GONFLABLE  "Un Âne Gonflable"
   (2018 )

Gli Un Âne Gonflable sono una band berlinese fortemente influenzata dall’indie pop dei Whitest Boy Alive di Erlend Øye, dal rock degli Strokes, dal French pop e da Femi Kuti, primogenito di Fela e membro di una delle famiglie più influenti in ambito afrobeat. La band tedesca ha debuttato dieci giorni fa con un album eponimo, caratterizzato da suoni puliti e arrangiamenti raffinati. Nel disco emergono qua e là richiami agli artisti succitati, ma con un attento bilanciamento che permette ai pezzi di suonare sempre autentici. “Strawberry Sunday” apre con chitarre danzerecce e un cantato elegantissimo, svelando alcuni degli stilemi della band: dai groove intensi e sincopati, perenne tensione fra pop e rock sempre immersi in atmosfere danzerecce, frequenti inserti di clarinetto e un cantato che alterna inglese, francese e tedesco. Dopo la buonissima partenza, un nuovo acuto arriva con “Pingpong Bar”, brano dalle atmosfere cangianti che incalza e seduce, con chitarre leggermente più ruvide. La successiva “Miss Lulu” è un vero omaggio al French pop e non solo per il cantato: l’umore è ancora allegro e spensierato, il sound più delicato perché imperniato intorno alla chitarra acustica. L’atmosfera vagamente Chk Chk Chk di “Coralie” rappresenta un altro passaggio brillante, prima della bella “Tropiques” in chiusura. Il debutto degli Un Âne Gonflable è indubbiamente positivo: le sonorità sono fresche e discretamente autentiche e la band dà sempre l’impressione di divertirsi e non poco nel proporre la sua musica. (Piergiuseppe Lippolis)