recensioni dischi
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FURIA  "Cantastorie"
   (2018 )

Coi capelli neri cortissimi come quelli di Annie Lennox, e un atteggiamento androgino (con tanto di significativo costume di Corto Maltese), Tania Furia, in arte solo Furia, esordisce con un album intitolato come il suo approccio da aedo moderno: "Cantastorie". L'Lp abbraccia stili diversi, dall'elettronico all'acustico, tutti convogliati nella creazione di un personaggio pop. Importante la collaborazione di Furia con il M° Luigi Albertelli, autore e paroliere che, oltre a vestire i panni di produttore e manager, ha anche aiutato l'artista a trovare un percorso ben chiaro. Furia narra storie vere, da un punto di vista squisitamente femminile, e non nasconde le proprie posizioni, anche se il più delle volte nelle fasi più dure dei racconti prevale l'elemento descrittivo e poetico. La canzone di apertura, "Freelance", è un synth pop su... un rapporto di coppia tra due single per scelta: "Io e te, due freelance (...) solo uniti per motivi sentimentali". Sui legami d'amore c'è un elemento sovversivo, nelle canzoni di Furia, poiché inserisce queste situazioni ancora considerate ufficiose in Italia (anche se in realtà praticate da sempre), in una cornice musicale che invece è perfettamente fruibile da tutti, normalizzando finalmente ciò che dovrebbe essere normale da decenni ormai. "Tu sei mio" è un brano affine, scelto come singolo, dove la donna prende il controllo della situazione sulla coppia: "Tu sei mio ma soltanto se lo dico io (...) se io vado via a te resta solo il mio vuoto a rendere (...) senza chiederti permesso faccio sempre sesso". Il videoclip è esplicativo della libertà di scelta della donna, dove simboliche sono le scarpe col tacco, prima nere, per il dovere, e poi rosse, per il piacere. Con un atteggiamento così radicale, non poteva mancare una dedica a un uomo che forse è stato uno dei pochi veri politici di passione, Marco Pannella. Nella canzone "Pa Paya Ya-Ya (Ciao Marco)" Furia omaggia la sua lungimiranza: "Tu vedevi più lontano di noi, e pensavi più veloce di noi". Tra le tante personalità c'è anche quella spiritosa e ironica, in brani come "Ce la invidiano tutti", sul fascino e potere delle donne nei confronti degli uomini, ma anche sui modi da cambiare: "Forza ragazzi, non imitate Trump, e voi ragazze non fate più le vamp". Ci sono delle rime un po' da cartoni animati ("ti tiriamo fuori dai guai", "facciamo quel che ci va"), ma ricordiamo che Albertelli è l'autore di sigle storiche come ''Goldrake'' e ''Anna dai capelli rossi'', quindi la cosa dev'essere autoironica. In "Robot", con tanto di vocoder, una donna remissiva se la prende col maschio alfa in un parlato veloce ("Se ti piace comandarmi dimmi cosa devo fare, come devo camminare e le cose da indossare") fino a ribellarsi nel ritornello: "Non sono mica un robot!". C'è una manciata di canzoni dedicate alle ex bambine che diventano donne, chi in maniera libera e gioiosa, chi purtroppo in maniera tumultuosa e drammatica. "Addio Barbie", su un ritmo allegro come quello di "Tropicana" del Gruppo Italiano, descrive la trasformazione di un'adolescente: "Il tuo corpo è una fucina di ormoni (...) sexy sono i tuoi sentimenti, bianchi come i tuoi denti". "Troppo facile" invece è un ricordo di un'ingenua tredicenne, finita con un trentenne. Canzone breve ma intensa, con un inciso melodico davvero sconvolgente, poco prima del finale, quasi addirittura da paragonarlo all'ultimo "Da quando ci sei tu tutto questo non c'è più" di "Acqua azzurra acqua chiara". Invece "Prendi tutto" è una donna che si concede totalmente a un uomo decisamente più meritevole dell'altro, ed è una melodia italiana prorompente e commovente. Furia però è una cantautrice completa, non si esaurisce solo nell'affrontare i rapporti di coppia. C'è anche la dedica a Fausto Coppi in "Campionissimo", e canzoni ispirate a fatti di cronaca come "Manchi" e "Giulietta", nella quale c'è la partecipazione di Lella Costa. Una cover di Gaber, "Non arrossire", già affrontata da Morgan, viene arrangiata in chiave world music. Infine una toccante canzone ispirata all'omonimo libro di Oriana Fallaci, "Lettera a un bambino mai nato", che con delicatezza e senza retorica affronta il tema dell'aborto spontaneo, non voluto. "Cantastorie" racchiude tutta la sensibilità e le sfaccettature di Furia, un'artista che meriterebbe di entrare nella scena mainstream con la dirompenza dimostrata. (Gilberto Ongaro)