recensioni dischi
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PLURIMA MUNDI  "Percorsi"
   (2018 )

Dalla Puglia giunge l’interessante proposta progressive dei Plurima Mundi, band che dopo il successo dell’esordio discografico nel 2009 (''Atto I''), ritorna sulla scena musicale con “Percorsi”. Titolo denso di significato per i sei musicisti che si prodigano in cinque tracce di ampio respiro: questi “Percorsi” non sono soltanto le scelte stilistiche della band o il cammino intrapreso dai singoli componenti dagli inizi della carriera musicale fino al presente, ma anche le strade che ognuno di noi decide di intraprendere nella propria vita e che sono determinanti per il nostro futuro nel bene e nel male. Massimiliano Monopoli (fondatore e violinista della band), Grazia Maremonti (voce), Massimo Bozza (basso), Silvio Silvestre (chitarra), Gianmarco Franchini (batteria) e Lorenzo Semeraro (pianoforte) fondono in un disco dall’anima progressive tutte le loro esperienze e gusti musicali, condensando il tutto in quattro “Percorsi” inediti e accattivanti per l’ascoltatore amante della buona musica. Animali in un bosco e percussioni tribali introducono i quasi undici minuti di “Eurasia”, opening track dalle venature fusion e che strizza l’occhio alle composizioni cinematografiche: gli arrangiamenti, in puro stile progressive, con l’allegria del violino, la potente accoppiata basso-batteria, la malinconia del pianoforte e l’energia della chitarra, rendono questo brano (a dispetto della lunghezza) scorrevole e per nulla cristallizzato in schemi predefiniti. Imprevedibile e ben suonato come ogni composizione progressive che si rispetti, prosecuzione di attimi della traccia precedente, “E Mi Vedrai… Per Te”, si apre con un pianoforte crepuscolare in un mare agitato di note, per lasciare poi spazio all’ottima sintonia basso-batteria che fanno da intro all’inquietante ingresso degli altri strumenti, mentre la voce di Grazia Maremonti, dapprima angelica e soave, diventa vibrante e potente nell’accompagnare la nevrosi del pianoforte. Ogni strumento, in poco più di sei minuti e mezzo si prende il proprio spazio solistico, dimostrando che il vero progressive è solido, corposo, robusto e resiste alle ingiurie del tempo. Acque che scorrono, uccelli che cinguettano, suoni mediterranei e atmosfere spensierate aprono la via a “L. …Tu Per Sempre”, mentre il lungo intermezzo strumentale conduce ad una voce pulita, enfatica e dai tratti solenni esaltata dall’energia travolgente del violino. Suspense e ritmi crescenti sono la base su cui si snoda l’ultimo inedito dei “Percorsi” del sestetto pugliese: dodici minuti e mezzo di pathos e atmosfere sognanti, virate classiche, liriche e venature jazz e fusion, mentre la chiusura del disco è affidata alla single version di “L. …Tu Per Sempre” che figura come bonus track. Qui si condensano in meno di quattro minuti energia rock e liriche intense, sintesi di un disco che non tradisce le aspettative di chi si aspetta un album che si possa distinguere dal cumulo di banalità che oggi buona parte delle industrie discografiche propinano a mediocri fruitori musicali. La proposta dei Plurima Mundi è ardua: proporre un rock progressive è un po' come cimentarsi nella preparazione di un piatto tipico per come vuole la tradizione. Non ci vogliono solo gli ingredienti giusti ma bisogna saperli dosare e amalgamare, preparare a regola d’arte per avere quel sapore unico e inconfondibile che distingue il vero piatto da una poltiglia immonda! I Plurima Mundi sono riusciti con maestria, dedizione, amore per la musica, passione e quella giusta follia che non guasta mai, a realizzare un progressive a regola d’arte. Ora non resta che godersi il risultato nella speranza che non lascino passare tanto tempo nella realizzazione di altri capolavori! (Angelo Torre)