recensioni dischi
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ROBERTO CASALINO  "Errori di felicità"
   (2018 )

Quello che stimo di Roberto Casalino (eminenza grigia scritturale della vittoriosa Sanremese “L’essenziale” di Mengoni) è il fatto che è sempre pronto a mettersi in discussione e mai a sentirsi un arrivato, nonostante una sequela di altri Big come Giusy Ferreri, Venditti, Ferro, Amoroso, Annalisa (e tanti altri) abbiano già richiesto il suo inchiostro per ordinargli testi, ed allora capisci quanto Roberto possa essere già quotato nell’ambiente. Ora rimette in gioco la sua faccia, rilasciando la terza prova solista “Errori di felicità” che rappresenta, decisamente, una nuova scommessa per Casalino, dando sfogo ad un’anima più rock, grazie anche alla complicità fornita dalla producer Marta Vetturini (già con Calcutta) e qui esecutrice, in prima persona, delle fitte trame chitarristiche. E’ palpabile che trattasi di una svolta non di poco conto: il sound ne beneficia su tutta la lista, nella quale si scorgono pezzi dall’elevato approccio come “Il mio manifesto”, ipoteticamente capace di sbaragliare al Teatro Ariston con un toccante ricordo del padre e qui collocata, opportunamente, nei titoli di coda. In “Le mie giornate” Roberto fa aleggiare una maiuscola parola-chiave: "Forse". Un concetto che, se non contemplato, ci porta a sentirci tutti Dio in terra, senza errori, con danni evidenti per l’interscambio sociale; e, grazie alla rilevanza melodica del brano, ciò potrebbe stimolare a riformulare i nostri concetti d’onnipotenza. Il singolo title-track è (Forse) poderoso e passionale, per ostentare un eclatante invito a non additare, spesso, il prossimo per i propri errori ma, piuttosto, imparare ad elaborarli come esperienza preziosa per migliorarsi. Se questo non è mettersi in discussione… L’album ha (Forse) finissime orlature testuali e ritocchi di classe negli arrangiamenti, senza mai obliare la tipica struttura melodic-pop del passato con un potenziale enorme da classifica: certo, è un’epoca in cui si vivono “Giorni bui” con uno “Sgualcito cuore” che arranca, ma ci si chiede se “Ne vale davvero la pena” di farci rubare il nostro Io dalla centrifuga dei tempi frenetici. Evidenziando una forte componente stimolante, riteniamo che la missione riuscita di “Errori di felicità” sia stata (Forse) quella di fornirci una preziosa indagine introspettiva con una scrittura centrata e di spessore, e dimostra che il successo autoriale di Casalino non sia dovuto al caso: stavolta, togliamo pure il Forse. (Max Casali)