recensioni dischi
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VANISHED SOULS  "Vanished Souls"
   (2018 )

A sei anni dal primo EP e a cinque dal debutto ufficiale sulla lunga distanza, sono tornati i Vanished Souls, formazione francese che si propone di sintetizzare mezzo secolo di storia del rock, facendo confluire le influenze di diversi artisti seminali per il genere in un sound comunque compatto e omogeneo. I riferimenti più espliciti sono ai Radiohead e ai Pink Floyd, due band fra le più ispirate delle rispettive generazioni e non solo, ma anche ai Sigur Ros e agli Archive. Se l’opener “Ghosts” riporta alla mente alcuni episodi più morbidi e dolci della produzione floydiana, “My Rom” strizza l’occhio a Thom Yorke e soci, definendo in maniera chiara le coordinate stilistiche della band. Pur essendo un album godibile nel complesso, i Vanished Souls ottengono risultati migliori quando tentano di conciliare i succitati diversi approcci al rock, evitando di modellare il proprio sound su quello di una sola band. Proseguendo con l’ascolto, quindi, il disco conosce i suoi momenti migliori nelle carezze e nelle allucinazioni di “Between Us And Everyhing”, nelle rarefazioni di “No Suffering”, ma anche nei guizzi shoegaze di “Silencio”. L’album eponimo dei Vanished Souls scorre in maniera abbastanza fluida e, al netto di qualche passaggio leggermente meno originale, l’obiettivo finale può dirsi raggiunto. (Piergiuseppe Lippolis)