recensioni dischi
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CARMELO AMENTA  "L'arte dell'autodistruzione"
   (2018 )

Carmelo Amenta è un cantautore siracusano che in molti conosciamo e, infatti, il suo nuovo album “L’arte dell’autodistruzione” gira ovunque, viene apprezzato, viene condiviso, viene ascoltato da orecchie che probabilmente non stanno spesso sotto la luce del sole in mezzo a tanta robaccia inascoltabile. Carmelo Amenta è ritornato ma, se proprio vogliamo dirla tutta, Carmelo Amenta non se n’è mai andato ed il suo ultimo disco è la conferma di come i cantautori d’oggi possano essere scuri ma anche lucenti, pieni ed appartenenti ad un mondo che pochi possono cogliere e comprendere, un mondo pieno di bellezza e cose straordinarie ma anche di cadute, quelle che fanno male. Il sound del disco è il vero marchio di fabbrica di Carmelo Amenta, inconfondibile, sussurrato, scuro, prepotente, arrogante, dolce e raffinato. Il singolo che fa da apri pista al disco s’intitola “Cigolano Tutte Le Porte” ed è un vero e proprio identikit del cantautore siracusano, una mappa di ciò che egli è per coloro che magari si affacciano alla sua musica per la prima volta, un piccolo disegno sgraziato e complesso de l’arte dell’autodistruzione. Il disco è uno di quelli da conservare (davvero) e tirare fuori tra una decina d’anni per dire “questo è un gran disco, ascoltalo bene”, mentre il mondo musicale, e non, si sgretola davanti ad i nostri occhi. ''L’arte dell’autodistruzione'' è un Signor disco, e non a caso uso la parola “Signor”, perché la maturità che cola da ogni singola nota potrebbe far crescere qualsiasi ragazzino, ormai non più abituato a sentire certa musica. Tra le tracce più belle ritroviamo... “Nessuna traccia”, e l’ascolto è davvero consigliato (quante volte ho detto “davvero”?) non perché la mia penna e quella di Carmelo abbiano tutte e due il calore siciliano insito, ma perché Carmelo Amenta merita tanto. Un brindisi a te, un brindisi a noi, un brindisi alla nostra autodistruzione. (Lorenzo D’Antoni)