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SAM PAGLIA  "Canzoni a tradimento"
   (2018 )

Pulsa, nei cuori dei veri artisti, la voglia di sondare sentieri inediti con nuove scommesse con sé stessi, per non stagnare nei soliti cliché compositivi. Dopo aver sfornato una manciata di album di sonorizzazioni e colonne sonore, Sam Paglia punta, ora, la sua posta sulla roulette cantautorale e sbanca al primo tentativo. “Canzoni a tradimento” è, di fatto, la prima digressione in campo vocale (e speriamo non ultima) e rappresenta un personalissimo rimettersi in gioco, dopo raffinati generi strumentali in campo jazz-lounge ma con un latente anelito ritmico, pronto a sfoderare alla prima occasione propizia. Sia benedetto l’incontro con Bengi dei Ridillo, che ha stimolato non poco l’intento di Sam a gettarsi nella mischia con l’ugola. Quindi, sul tappeto verde, in ambientazione fumosa e, idealmente, con bellona appoggiata sul pianoforte, lancia un dado a 10 facce per un elegantificio sonoro, con l’orecchio che gode a dismisura. Si tira a sorte senza rischio, anche se si programma l’album in modalità “random” il risultato non cambia: la delusione rimane fuori dalla porta, di perplessità neanche l’ombra e di magagne non v’è traccia. Immersi in un clima noir, l’aperitivo è “Una canzone a tradimento” che vibra d’emotività dondolante, sperduti nella nebbia notturna. “Una casa al mare” è un soul-samba che risente dell’influenza di Bengi per alcune cornici assemblative e vivaci coretti, tipici dei suoi Ridillo. Come uno stiloso chansonnier, “L’estate del Florida” regala magiche atmosfere di stampo Paolo Conte. Grande canzone è, parimenti, “Grande città”, col suo involucro di jazz-fusion, spruzzate di tromba educata e discreta e fascino cosparso nelle poche note proposte, mentre le “Luci di Natale” s’accendono con bagliori nettissimi di Jannacci, con narrazione malinconica e burlesca, segnato da quel distintivo cantato tremolante, indiscussa caratteristica dell’Enzo che fu. Si delinea una delicata geometria swing-fusion in “Quadrato d’amore”, in cui spira una leggera brezza carioca. Ai saluti, “Ciao ciao network” irride di tutte le inutilità penetrate nelle nostre vite dalle quali, paradossalmente, non possiamo più fare a meno. “Canzoni a tradimento” non è solo la probabile asserzione bonaria di vecchi fans, di fronte al nuovo percorso di Sam, ma deve essere vista con l’ottica di una svolta necessaria e sorprendente: quella che emerge in lavori come questo, pieno di atmosfere retrò, caliginose, polverose, di aria viziata e splendidamente inchiodate in uno stile intramontabile che non rischia mai l’obsolescenza programmata. Dal momento che ora Sam Paglia ci ha viziati, sonorizzazione e sound-tracks possono attendere: il bis è d’obbligo. (Max Casali)