recensioni dischi
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EMMELUTH'S AMOEBA  "Polyp"
   (2018 )

Emmeluth’s Amoeba è una formazione per metà norvegese e per metà danese, capitanata dal sassofonista Signe Emmeluth e composta da Chris Balvig (piano), Karl Bjora (chitarra) e Ole Mofjell (batteria). Il lavoro del quartetto è, a tutti gli effetti, una sorta di concept album legato al movimento, alla danza e alla sensazione di assenza di gravità in acqua. “Polyp” mette insieme composizioni di Emmeluth e alcune improvvisazioni ispirate dagli ultimi sviluppi della musica classica e dal free jazz. L’apertura è sulle note dolci della titletrack e sull’incedere sinuoso e mai prevedibile di “Magma”. Le evoluzioni del sax alto di Emmeluth conservano un ruolo centrale in “Kolibri”, mentre “Dans” mostra un’ispirazione più classica, con un sound più minimale e dal fluire mellifluo. Le allucinazioni di “Jerome”, poi, cedono il passo ai cento secondi di “Pixels”, con ancora il sax a prendersi tutta la scena. “Silhouette” ricalca schemi già ascoltati, ma in chiave più essenziale. Il sound si fa sempre più scarno e “The Angler Fish” risulta quasi impalpabile, poi piano e sax tornano a dialogare in perfetto stile free jazz (“Ladybug”) e il disco si chiude sulle note morbide di “Embryo”. “Polyp” è un buonissimo lavoro, che riflette l’ispirazione e la tecnica dei musicisti: una nuova uscita imprescindibile per tutti gli ascoltatori di jazz e dintorni. (Piergiuseppe Lippolis)